Firenze, Milano e infine Roma, tre città per tre incontri digitali nati per riflettere sugli scenari economici e sulle strategie da attuare per agevolare la ripartenza del settore Moda.
Un nuovo approccio alla comunicazione e al consumatore, un utilizzo innovativo del digitale e una maggiore consapevolezza della sfera della sostenibili tà e dell ’ etica, queste le tre aree strategiche, tre date e tre città. Iniziati il 10 novembre con la prima tappa, Firenze, hanno visto coinvolta Milano il 24 novembre e Roma il 1° dicembre con la partecipazione del Presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi, proprio nella giornata dedicata alla sostenibilità nel Fashion System. Con lei il Co – Ceo Commercial Banking Western Europe di UniCredit, Francesco Giordano; Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana; Raffaello Napoleone, AD di Pitti Immagine; Simone Cipriani Responsabile Ethical Fashion Initiative (UN); moderati da Cristiano Seganfreddo, Presidente e Editore Flash Art.
«Quello della sostenibilità è un tema che sentiamo particolarmente nostro – spiega Silvia Venturini Fendi, Presidente di Altaroma – nell’ultimo decennio abbiamo lavorato affinché una moda etica fosse possibile. Sostenibili, infatti, non sono soltanto i materiali, ma le produzioni, le lavorazioni e, attraverso queste, l’intero segmento. Un processo che per noi sia compie in maniera del tutto spontanea e naturale, grazie al coinvolgimento di brand emergenti che nascono sin da subito sotto il segno della sostenibilità e riescono a raggiungere platee sempre più ampie».
In concerto con tutti i principali attori istituzionali dell’iniziativa, anche sulla piattaforma di Altaroma sarà possibile seguire lo streaming e partecipare a questi approfondimenti.
L’emergenza sanitaria da Covid non ha spostato l’attenzione del consumatore dai temi della sostenibilità. Ha, anzi, aumentato la consapevolezza degli impatti che le attività umane producono sull’ambiente: nel mondo 7 cittadini su 10 sono oggi più consapevoli di ciò.
L’attenzione e le preoccupazioni per l’ambiente si traducono in azioni concrete: il 57% degli europei ha cambiato stile di vita per adottare comportamenti sostenibili. Non solo, dall’inizio della pandemia il 27% dei consumatori italiani ha aumentato l’acquisto di prodotti sostenibili ed ecofriendly e il 21% da punti vendita che promuovono prodotti sostenibili. Prodotti di aziende che operano nel rispetto dei lavoratori sono invece stati scelti con maggior frequenza da 1 italiano su 5.
È un’onda verde quella che ha travolto i modelli di consumo degli italiani che ricercano la sostenibilità ambientale, etica e sociale anche quando acquistano capi di abbigliamento, calzature ed accessori. Nei prossimi 12 mesi, per quasi 1 italiano su 2 sarà importante acquistare abiti, calzature e accessori prodotti con metodi che rispettino l’ambiente e tutelino il benessere animali. Il 37% degli italiani, invece, si appresta a fare acquisti ragionati prediligendo capi che durino più di una stagione.
I consumatori chiedono alle imprese un impegno effettivo nei confronti della sostenibilità, impegno di cui vogliono essere resi partecipi perché elemento su cui costruire fiducia e fedeltà al brand. Otto italiani su 10 vorrebbero conoscere la provenienza delle materie prime utilizzate nella produzione degli abiti, calzature e accessori che acquistano. Il 72% invece vorrebbe conoscere l’impatto ambientale collegato alla produzione dei prodotti moda e lusso che comprano (in termini di emissioni di CO2, impronta idrica, …).
Già prima della pandemia le aziende del fashion italiano erano attive sul fronte della sostenibilità: il 64% delle imprese del tessile, abbigliamento e pelletteria adottavano misure per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività (Fonte Istat). L’emergenza sanitaria ha decretato la nascita e l’accelerazione di un’eterogeneità di fenomeni, molti dei quali connessi alla responsabilità ambientale ed etica dell’azienda. Il Covid ha rappresentato un acceleratore rispetto all’adozione di strategie per la sostenibilità dell’offerta e dei processi produttivi dell’azienda (29% delle imprese), alla revisione della supply chain tramite una catena di fornitura più legata al territorio (20%) e all’implementazione di strategie a favore della sostenibilità sociale (18%).
Per le imprese del settore moda e lusso italiano la sostenibilità rappresenta, inoltre, una leva per la ripartenza del settore: nei prossimi 12/18 mesi l’11% proporrà prodotti sostenibili e attenti all’ambiente come strategia di risposta agli effetti e ai cambiamenti generati dal Covid, il 6% – per lo stesso motivo – adotterà processi di produzione a basso impatto ambientale, mentre il 4% per la riprese dell’azienda investirà in iniziative e strategie sostenibili.
Credits: © Courtesy of AltaRoma
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