In occasione di Milano Moda Donna, la Fondazione Gian Paolo Barbieri in collaborazione con CZ Fotografia di Catia Zucchetti e MANITOWN di Federico Poletti, riapre i battenti con una mostra interamente dedicata alla produzione erotica di Gian Paolo Barbieri.
Il percorso fotografico, dal titolo Uncensored, dà voce alla forza esplosiva dell’erotismo, alla curiosità riposta nelle fattezze umane, al desiderio di osservarlo anche con occhi altrui. Tra le vie di espansione dell’erotismo, la fotografia occupa un posto privilegiato: le immagini dipinte, scolpite e poi quelle stampate portano con sé un’intensa carica di elegante provocazione. Infatti l’origine del mondo, di un altro mondo accanto a quello reale, è la stessa fotografia. E nessun tema, più dell’erotismo, ha alimentato questa realtà parallela, per profondità e libertà. L’erotismo è una modalità intellettuale di affrontare la sessualità, è una metafora della stessa: ha il compito, limitato, di evocare, di rimandare ad altro e di lasciare alla fantasia umana la possibilità di valicare i propri limiti.
Dichiara Federico Poletti, editor in chief di MANINTOWN magazine: “Il lavoro di Gian Paolo Barbieri rappresenta una vera miniera di ispirazioni che spaziano su tematiche diverse e che spesso hanno anticipato tendenze e fenomeni di costume. Con Uncensored abbiamo voluto mostrare tutta la potenza espressiva ed erotica dei nudi scattati da Barbieri, immagini poetiche e molti forti oggi in mostra all’interno della Fondazione, un luogo speciale dove poter fruire e scoprire in modo inedito il lavoro di un grande maestro della fotografia italiana. E proprio il lavoro di Barbieri sono sicuro possa offrire ulteriori spunti creativi per ripensare l’immaginario stesso della moda maschile in continua evoluzione”.
Sebbene fin dall’antica Grecia il nudo fosse prediletto da tutti gli artisti, durante la storia dell’arte occidentale, in particolare modo con l’avvento del Cristianesimo, spesso si è cercato di eludere la sessualità, celandola e rendendo proibizione la poetica rappresentativa del nudo, al contrario dell’Oriente dove, da sempre, è presente la sana volontà di voler rappresentare il corpo nudo e il sesso. Grazie al Rinascimento poi, gli artisti poterono nuovamente esprimere in tutta la sua bellezza, il corpo nudo, in particolare quello maschile, riprendendo appunto quello che era il bello ideale nato nell’antica Grecia. Successivamente, l’avvento della fotografia in Occidente, spianò la strada per la rappresentazione del nudo, in maniera reale, anche se la crudezza del soggetto fu sempre tradotta dagli artisti fotografi secondo canoni di eleganza.
Uncensored scruta ciò che per Barbieri è stata una costante ricerca: l’Uomo. Da sempre attratto dallo studio del corpo umano, esteriore e interiore, Barbieri ha investigato, indagato e osservato l’anima, dapprima nella sua trilogia sui tropici, poi nel suo studio sull’erotismo. Barbieri sa trasmettere il piacere, descrivendolo in tutte le sue espressioni. I corpi crescono naturali, immediati e reali attraverso la purezza e la semplicità espressiva. Nelle sue immagini coesistono l’approccio preistorico al corpo umano, l’intenzione estetica della bellezza classica e il ritrovamento rinascimentale della libertà.
I nudi di Barbieri sono dunque una celebrazione della natura, in tutte le sue forme ed espressioni, senza falsi pudori, senza paura della banalità, giocando con la felicità e l’innocenza di un bambino, in bilico su quel sottile filo rosso che non ha mai diviso l’arte pura da quella contaminata, la poesia dalla volgarità, il sacro dal profano.
Riprendendo le parole dello storico della fotografia Maurizio Rebuzzini: “Nonostante l’apparenza fotograficamente elaborata, queste immagini sono di classica semplicità. Il fondo neutro è allegorico nei suoi sottintesi, ma secondario rispetto alle figure umane che dominano la scena. Le stesse figure sono percepite così tanto intimamente da infondere un senso di imbarazzo. Allo stesso tempo è difficile ridurre lo stile, il garbo, il gusto di Gian Paolo Barbieri a pura descrizione oppure ad una qualsivoglia appartenenza espressiva. I soggetti sono visualizzati con tagli e lame di luce in attimi sospesi e silenti… Tutte queste fotografie sono lampanti, dichiaranti e senza sottintesi. Il punto di vista di Gian Paolo Barbieri è mirato e sottolineato: dark memories – memorie oscure o forse buie – albergano nei nostri cuori. Si è in presenza di una fotografia che scava, che ha già scavato nelle emozioni, nelle più cupe e sconcertanti. Gian Paolo Barbieri affascina, sconcerta, tocca il cuore e la mente di chi guarda. Ed è anche questa la funzione della fotografia e più esteso, dell’arte. Usa la luce con maestria, alternando il vigore alla pienezza soggettiva e drammatica, compone i soggetti con gusto e delicatezza, presentando la loro profondità e intensità. Gian Paolo Barbieri è un fotografo che esprime forza, eppure risulta stranamente passivo. La passione e la tragedia che fotografa, le vibrazioni intense che fa evocare, la follia e l’impossibilità d vivere che percorrono la sua opera appartengono ad altri: a noi osservatori. Vede lo strazio, esprime la passione, ma non possiamo sapere se li viva personalmente“.
A cura della Fondazione Gian Paolo Barbieri, in collaborazione con @cz.fotografia e MANINTOWN.
Credits: © Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri
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