Il 5 giugno si celebra la Giornata mondiale dell’ambiente istituita dall’ONU per promuovere la salvaguardia e il rispetto del pianeta.
Prato, il distretto tessile più grande d’Europa e seconda città della Toscana per dimensione, è il punto di riferimento internazionale per il riciclo, riuso, recupero e riduzione dei rifiuti tessili, grazie al processo di produzione di filati e tessuti green. Un processo antico e attualissimo che consente un risparmio di circa 60 milioni di kilowatt di energia, 500.000 metri cubi di acqua, 650 tonnellate di ausiliari chimici, 300 tonnellate di coloranti. In più, si evita l’immissione in atmosfera di 18.000 tonnellate di anidride carbonica e 1.000 tonnellate di anidride solforosa ogni anno (dati riferiti al 2021 e derivati da uno studio di Process Factory srl, realizzato per il Life Cycle Assestment, mettendo a confronto l’equivalente di fibra vergine con il prodotto green riciclato).
È dal 19° secolo infatti, che Prato lavora stabilmente con i materiali di scarto. Concetti come economia circolare, eco fashion, sostenibilità ambientale non erano ancora conosciuti quando i cenciaioli di Prato raccoglievano gli “stracci” per riutilizzarli e produrre nuovi filati o tessuti. In maniera del tutto artigianale operavano già in un’ottica green. Il tempo ha consentito di affinare il prodotto e radicare sul territorio il know how necessario che oggi rende il distretto pratese un modello virtuoso, punto di riferimento per l’intero sistema.
E se un tempo parlare di riciclo nell’ambito del tessile e della moda non era conveniente perché spesso lo si accomunava a minore qualità del prodotto, oggi parlare di filati o tessuti rigenerati, provenienti dal riuso di materiale altrimenti destinato alle discariche, è un valore aggiunto per tanti brand, stilisti e case di moda che a Prato trovano aziende eco-friendly capaci di offrire un prodotto riciclato di eccellenza, di alta qualità, tra tradizione, ricerca e innovazione. Molte delle 2500 aziende tessili di Prato propongono infatti prodotti registrati e certificati nel rispetto e tutela dell’ambiente e delle risorse naturali. L’etichetta “lana rigenerata”, per esempio, oggi è indubbiamente un plus sui capi di abbigliamento, da mostrare con orgoglio.
LA LANA RIGENERATA
22 mila tonnellate sono gli “stracci”, scarti di lavorazione, cascami tessili, maglieria e tessuti riciclati, che ogni anno vengono raccolti da tutto il mondo a Prato e lavorati con la tecnica della cardatura, processo necessario per ottenere il nuovo filato “senza le pecore”. Prima la cernita degli stracci, con l’eliminazione dei bottoni, cerniere, etichette, poi la suddivisione per colore, quindi le fasi di stracciatura e sfilacciatura con macchinari specifici per ottenere una sorta di ovatta simile alla lana appena tosata dalle pecore, la lana rigenerata appunto, che prima diventa filato cardato riciclato e quindi nuovo tessuto o maglieria di qualità. Lana che non necessità quindi di tintura e permette di evitare lo sfruttamento intensivo di terreno destinato agli allevamenti ovini. Inoltre, quella parte di quegli stracci che invece non si possono rigenerare, non vengono distrutti, ma trasformati da alcune aziende specializzate in materiali a base tessile per vari usi. Per esempio per pannelli per l’arredamento, pannelli isolanti per l’edilizia, tappetini per rivestimento elettrodomestici, asfalti per piste ciclabili.
TIPO – PER TOCCARE CON MANO L’ECONOMIA CIRCOLARE
Con TIPO – turismo industriale Prato, un progetto nato nel 2021 dalla volontà del Comune di Prato con la collaborazione di altre importanti realtà del territorio, è possibile scoprire il distretto industriale di Prato.
Il progetto prevede sia la possibilità di visitare in autonomia i luoghi, grazie all’app TIPO, sia di partecipare alle visite guidate organizzate durante l’anno e in occasione di un Festival dedicato, con lo scopo di conoscere la storia e l’attualità del distretto tessile pratese.
TIPO è un vero e proprio viaggio tra i luoghi di produzione in attività, fabbriche storiche, dismesse o riconvertite a nuovi usi e funzioni. È fare un percorso nel cuore delle manifatture della città e della sua provincia, famose a livello internazionale, per toccare con mano il modello di economia circolare, la filosofia green che guida le aziende in una vincente sinergia tra tradizione e innovazione.
© Filippo Bardazzi
Credits: © Courtesy of laWhite PR
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