Dalla vittoria a The Liquid Factory al debutto alla Milan Fashion Week: Sylwia Szymczyk, CEO di FashionINSTA, racconta come l’IA e la produzione on-demand stiano trasformando il fashion business, democratizzando la creatività e rivoluzionando il sistema moda.
FashionINSTA ridefinisce il concetto di produzione di Moda. In un’industria ancorata a cicli produttivi lunghi e spesso inefficienti voi avete scelto di ribaltare il paradigma con l’on-demand manufacturing. Qual è stata la scintilla che ha dato vita a questa rivoluzione?
Lavoro nel settore moda da oltre 15 anni e ho avuto modo di osservare l’intero ciclo di sviluppo prodotto. Con il tempo, ho maturato la convinzione che il sistema stia diventando inutilmente complesso, spesso più di quanto sia realmente necessario.
L’ascesa dell’Intelligenza Artificiale rappresenta un’opportunità straordinaria per automatizzare i task ripetitivi, ottimizzare processi complessi e accelerare i tempi di produzione. È arrivato il momento di trasformare il settore, dando più spazio alla creatività e automatizzando – o addirittura eliminando – tutte quelle attività che, pur essendo necessarie, non apportano un reale valore aggiunto.
L’on-demand manufacturing è una soluzione rivoluzionaria per rendere la moda più sostenibile, efficiente e competitiva. Oltre ai benefici ambientali, questa metodologia consente alle aziende di risparmiare tempo e ridurre i costi. La sovrapproduzione, infatti, non è solo un problema di sostenibilità: secondo le stime delle Nazioni Unite, il settore dell’abbigliamento perde 500 miliardi di dollari ogni anno a causa di una produzione eccessiva rispetto alla reale domanda di mercato. È un modello che non può più reggere nel lungo periodo.
FashionINSTA è tra i vincitori di The Liquid Factory, un ponte tra la Valtellina e la Silicon Valley. In che modo questa esperienza sta plasmando la vostra mentalità imprenditoriale e qual è la lezione più potente che avete appreso dal mindset californiano?
Ho sempre creduto nella mentalità della Silicon Valley, un approccio che ritengo essenziale per sviluppare progetti innovativi – non solo per le startup, ma anche all’interno delle grandi aziende. L’innovazione ha bisogno di cicli accelerati, di una validazione rapida sul mercato e, soprattutto, della libertà di sbagliare e imparare. Per arrivare a un prodotto o servizio davvero rivoluzionario, servono numerosi tentativi e iterazioni. Le idee geniali non nascono dal nulla, ma emergono testando, raccogliendo feedback reali e migliorando continuamente. Ed è proprio qui che molte aziende si bloccano: temono di lanciare un prodotto con poche funzionalità, un design non perfetto o un concept ancora in fase di sviluppo.
Nel mondo delle startup esiste un detto illuminante: “Se sei soddisfatto della prima versione del tuo prodotto, significa che l’hai lanciato troppo tardi”. È questa la mentalità che dobbiamo adottare anche nella moda: agire velocemente, testare, ottimizzare e innovare senza paura del fallimento iniziale.
“No fabric is cut before the sale”. La vostra filosofia elimina sprechi e sovrapproduzione alla radice. Ma il mercato è davvero pronto a sposare il concetto di moda su richiesta o siamo ancora legati all’idea dell’immediacy shopping?
On-demand manufacturing non deve necessariamente significare attese di un mese per ricevere un prodotto. Se l’intero processo è strutturato correttamente sin dalla fase di design e sviluppo, e se esiste una connessione diretta con il produttore, i tempi di consegna possono essere estremamente competitivi.
Nel nostro caso, collaboriamo con partner strategici, non semplici fornitori: questo ci permette di ridurre drasticamente i tempi di produzione e far arrivare il capo al consumatore in soli 5 giorni lavorativi.
Un confronto interessante si può fare con il mondo dell’e-commerce tradizionale, dove le tempistiche di spedizione possono essere lunghe, specialmente per brand cinesi, i cui prodotti spesso subiscono ritardi doganali e processi logistici inefficienti. Il nostro modello, invece, ottimizza ogni fase per garantire rapidità, qualità e sostenibilità, senza compromessi.
Debutterete alla prossima Milan Fashion Week. Quanto è importante una vetrina del genere per un brand che punta su innovazione e tecnologia? Crede che il sistema moda sia pronto ad accogliere una Startup Tech tra le grandi Maison?
Dico sempre che odio l’industria che amo. E le Fashion Weeks rappresentano perfettamente questo dualismo: tutto ciò che mi affascina della moda e tutto ciò che vorrei cambiare. Amo la creatività, l’arte, la cultura, la celebrazione della bellezza. Tessuti straordinari, silhouette innovative, colori vibranti: tutto questo è il cuore pulsante della moda e il motivo per cui me ne sono innamorata. Perché la moda non è solo produzione e vendita di abiti: è un linguaggio universale, un codice di appartenenza culturale e professionale. Ma esiste anche l’altro lato della medaglia. L’industria della moda è ancora poco inclusiva e, spesso, i giovani designer vengono sfruttati da chi specula sui loro sogni. Basti pensare agli eventi collaterali delle Fashion Weeks, dove aspiranti creativi investono gli ultimi risparmi nella speranza di essere scoperti, magari presentando le loro collezioni in contesti privi di reale visibilità.
La moda è anche sinonimo di processi obsoleti, di una tradizione mal interpretata che frena l’innovazione con il classico “abbiamo sempre fatto così”. Ma il mondo cambia a una velocità senza precedenti e continuare a ignorarlo significa rimanere indietro.
Lavorando per anni nell’innovazione all’interno di una multinazionale della moda, ho capito che il settore fatica a muoversi senza un case study di successo. Molti brand vogliono innovare, ma nessuno vuole essere il primo a rischiare. Ecco perché esiste FashionINSTA. Noi siamo quel ‘qualcun altro’ che prende il rischio, sperimenta e dimostra che un nuovo modello è possibile. Non dobbiamo distruggere processi esistenti, perché scriviamo su una pagina bianca. Siamo agili, disposti a sbagliare e a imparare. Vogliamo essere la prova concreta che il cambiamento non solo è necessario, ma è già in atto. E questa è la rivoluzione che vogliamo guidare.
Da esperta di 3D Fashion Design, cosa la affascina di più nel creare moda senza ago e filo? Qual è stata la sfida più grande nella transizione dal design tradizionale al 3D apparel?
Credo fermamente nel valore del capo fisico. Il digitale offre esperienze straordinarie per il consumatore finale, ma il suo vero potenziale risiede nella capacità di ottimizzare e accelerare la creazione del prodotto reale.
Un capo in 3D, se sviluppato correttamente, diventa un vero digital twin della sua controparte fisica. Non è solo una rappresentazione visiva, ma un asset strategico che racchiude tutte le informazioni necessarie alla produzione, trasformandosi in un archivio digitale del processo di design e sviluppo. Questo storico digitale non è un semplice database, ma una fonte di dati analizzabili e ottimizzabili, in grado di migliorare non solo il prodotto finale, ma anche l’intero processo produttivo. Il futuro della moda non è una contrapposizione tra fisico e digitale, ma un’integrazione intelligente che sfrutta la tecnologia per innovare, senza perdere l’essenza dell’artigianalità e della creatività.
Se potesse inviare un messaggio alla moda del futuro, quale sarebbe il suo manifesto in una frase?
FashionINSTA metterà la moda nelle mani delle persone, non solo delle multinazionali. Contrariamente a quanto si pensa, l’IA non soffocherà la creatività, ma le darà più spazio, eliminando tutte quelle operazioni complesse e ripetitive che fino a ieri erano indispensabili per produrre e vendere un capo di abbigliamento. Semplificando i processi, abbattendo le gerarchie e avvicinando il prodotto al consumatore finale, la moda e i capi di qualità diventeranno accessibili a tutti. Oggi l’industria della moda siede su una miniera di dati inutilizzati. È arrivato il momento di scavare, valorizzarli e renderli accessibili a tutti.
BIO
Sylwia Szymczyk – CEO & Founder di FashionINSTA
Con oltre 15 anni di esperienza nel settore moda, Sylwia Szymczyk ha trasformato il suo percorso da sarta e modellista in una carriera all’avanguardia nel fashion-tech. La svolta è arrivata nel 2017, quando ha scoperto il potenziale del 3D design applicato alla moda, aprendo la strada a una nuova visione digitale del settore.
Ha collaborato con aziende di rilievo come Max Mara e Timberland (VF Corporation), guidando l’implementazione di soluzioni innovative nei loro processi produttivi. Tuttavia, la vera rivoluzione è iniziata con l’integrazione dell’intelligenza artificiale, che secondo Sylwia rappresenta la chiave per un’industria più inclusiva, sostenibile e accessibile. Crede fermamente che l’IA possa ridefinire i modelli di business tradizionali, liberando i professionisti della moda da attività a basso valore aggiunto e permettendo loro di concentrarsi su ciò che conta davvero: creatività, artigianato e sostenibilità.
Spinta dalla volontà di cambiare le regole del gioco, ha lasciato Timberland per fondare FashionINSTA, una piattaforma rivoluzionaria che consente agli influencer di creare e vendere le proprie collezioni on-demand, eliminando sprechi e sovrapproduzione. Con un approccio basato su dati in tempo reale e un modello produttivo 100% digitale, FashionINSTA sta ridefinendo il futuro del fashion-business, portando la moda nell’era dell’iper-personalizzazione e della Creator Economy.
Exclusive Interview: © Courtesy of Sylwia Anna Szymczyk