Magistrale coniugazione di una linea maschile e dello spirito couture ereditato dalle ricerche del Direttore Artistico Kim Jones nel patrimonio Dior, la nuova collezione è punteggiata di omaggi al fondatore della Maison e al savoir-faire unico dei suoi atelier.
Sensibilità couture, spirito contemporaneo. Immaginata dal Direttore Artistico Kim Jones, la collezione Dior Men Inverno 2019-2020 attinge ispirazione dal ricco patrimonio della Maison rivisitandone silhouette, savoir-faire, materiali e filosofia.
Kim Jones prosegue la propria riflessione sulla vita di Monsieur Dior, in particolare sulla prima attività di gallerista di un giovane Christian che espone le opere degli artisti dell’avanguardia del tempo. La passione di Dior per l’arte si riflette qui attraverso una collaborazione con l’artista Raymond Pettibon.
Si mette in atto un processo di traduzione: dall’arte alla moda, dall’universo femminile verso quello maschile, dal passato al presente. E il passato è oggetto di un esame attento, puntiglioso, che lo volge al futuro.
A fornire ispirazione in toto, la storia di Dior, i simboli e i codici della Maison, visti però da prospettive altre. Così, stampe animalier, drappeggi, stile sartoriale architettonico, palette di colori delicati, materiali preziosi della haute couture si combinano nella segreta alchimia di un’eleganza inconfondibile. Un sentimento parigino. Lo spirito animalier si concretizza inizialmente nella stampa pantera, amata da Monsieur Dior e già presente nella prima collezione del 1947, affiancata da altri motivi felini, che evocano la tigre e il leopardo, lavorati a maglia e in pelliccia intarsia.
Gli influssi haute couture si riconoscono nello stile sartoriale, caratterizzato dall’integrazione di lembi in satin come se la fodera fosse a vista. L’idea si ritrova in capi interamente reversibili, omaggio alle creazioni couture che si vogliono perfette sia all’interno che all’esterno. Imbracature e gilet esprimono invece un aspetto utilitaristico, volto a veicolare l’immagine di haute couture quale attività artigianale e forma di lavoro nobilitata.
E dopo il tailleur, arriva il flou. A fornire l’ispirazione per alcuni capi, la tecnica del moulage, savoir-faire haute couture che modella il drappeggio direttamente sul corpo. L’asimmetria che caratterizza il drappeggio diagonale del Tailleur Oblique trova eco nei cappotti i cui lembi si chiudono sopra i bottoni, suggerendo l’idea di interruzione nella precisione formale. Secondo una visione esasperata del tema Oblique, altre giacche svelano lembi di tessuto che si abbottonano all’interno consentendo la formazione di drappeggi fino al pavimento.
Il carattere prezioso dell’universo haute couture riecheggia nei diversi metodi di confezione: pregiati cachemire, satin di seta e pellicce sposano tessuti tecnici per una brillantezza trasparente. Frutto di un nuovo savoir-faire, la maglia crea un effetto marezzato; il pizzo delicato si posa su pullover che fasciano il corpo. Grazie alla texture luminosa, il nylon imita giocoso la seta. Sublime, leggero e pratico, evoca un’idea molto moderna di lusso. La palette di colori è un tributo alle sfumature care alla Maison, dal celeste più delicato al malva, passando per una scala di grigi fino al blu notte e al nero.
Richiamando la passione di Christian Dior per l’universo artistico in generale, Kim Jones ha collaborato per questa collezione con Raymond Pettibon.
Presenti nei capi sotto forma di stampe o lavorati a maglia, come jacquard o motivi ricamati a mano, le creazioni appositamente realizzate dall’artista e alcuni disegni cinesi del suo repertorio. Un volto evoca quello della Gioconda, uno sguardo fisso verso il futuro su un cielo impressionista. Gli aulici riferimenti alla storia e all’arte si armonizzano con l’universo Dior, che si arricchisce di una versione punk della stampa pantera, realizzata in negativo per un effetto quasi floreale, e di una nuova interpretazione del logo della Maison sui gioielli.
Per i gioielli, Yoon Ahn si lascia ispirare dagli interessi personali e dal carattere superstizioso di Christian Dior, immaginando souvenir e charm da indossare come amuleti o su un bracciale. L’emblema “CD” diventa la fibbia di una spilla da balia, per un duplice riferimento al passato – l’universo della haute couture – e al presente, a metà tra il movimento punk e l’opera attuale di Raymond Pettibon.
Altro richiamo al passaggio dal femminile al maschile, la nuova rivisitazione per lui della borsa Saddle. L’ultima versione immaginata da Kim Jones, in nylon o in visone simil-leopardo, si indossa a tracolla. Lo zaino, anch’esso in nylon, riprende il Cannage, motivo emblematico della Maison. La forma della Saddle si ritrova anche, come una tasca, su guanti da lavoro, in versione lunga come guanti da sera. Rivisitate nelle proporzioni, le altre borse giocano con le forme classiche degli accessori Dior. Non mancano gli astucci pensati per le esigenze di una vita ipermoderna e connessa. Un’elegante versione in plexiglas ornata di una stampa di Raymond Pettibon, consente di contenere ben due smartphone, nuovo must quotidiano.
Le calzature impreziosite da motivi pantera sfoggiano volentieri ghette in nylon, mentre la pelle è punzonata o lavorata al laser.
La collezione sfila su una passerella mobile lunga 76 metri, rappresentando una serie di quadri viventi, evocazione fantastica dei saloni couture di un tempo. Dopo le statue monumentali delle ultime due stagioni, qui tutti i modelli assumono pose scultoree, richiamando la fisicità marmorea dei busti antichi.
Presentata nel cuore di Parigi, la nuova collezione Dior Men è essenzialmente, decisamente parigina, proprio come l’arte della Haute Couture e della Maison Dior.
Credits © Courtesy of Christian Dior Couture PR