Una speciale sfilata-evento in Fortezza curata da DUST Magazine mette in scena l’evoluzione del vestirsi formale. OTHERWISE FORMAL Formalità / una questione di qualità.
Per la 97esima edizione di Pitti Uomo, la rivista di moda e cultura contemporanea DUST MAGAZINE curerà una sfilata-evento alla Fortezza da Basso.
Un nuovo progetto che esplora quello che è probabilmente uno dei maggiori contributi dati dal salone alla moda maschile: il superamento dei confini di ciò che può essere considerato formale e delle regole del vestire elegante. Un esercizio continuo che nelle varie edizioni è riuscito a coniugare elementi apparentemente molto distanti, come il gusto sartoriale e i codici degli stili più classici, con l’abbigliamento casual e lo sportswear.
Questi aspetti dell’everyday-wear per l’everyday man saranno celebrati secondo l’originale punto di vista della rivista in uno show che vedrà i capi e i look di una selezione di brand italiani e internazionali che partecipano al salone uscire dagli stand per sfilare negli spazi aperti della Fortezza.
Un’esperienza immersiva e una nuova prospettiva, che pone il pubblico di fronte alla domanda: “Cos’è il nuovo formale oggi?”.
“Il nuovo formale è un’identità che continua a crescere nella geografia del menswear contemporaneo”, dice Antonio Cristaudo, direttore commerciale e sviluppo di Pitti Immagine. “Pitti Uomo ha dato impulso a quest’evoluzione sin dai suoi esordi, offrendo di edizione in edizione la ribalta a un numero sempre maggiore di aziende italiane e internazionali che contribuiscono a superare i confini della classicità sartoriale. La sfilata curata dal team creativo di DUST magazine –che accade nel cuore del salone, nella scalinata e nel cavedio di fronte al Padiglione Centrale – sarà l’occasione per valorizzare ulteriormente i brand che con le loro collezioni stanno riscrivendo le regole del vestire elegante per le nuove generazioni.”
“Il titolo italiano che abbiamo scelto per l’evento può sembrare molto classico, quasi didascalico,” dicono Luca Guarini e Luigi Vitali, rispettivamente creative director ed editor-in-chief di DUST Magazine. “In realtà ha una doppia lettura rifacendosi a un verso di una canzone dei CCCP dell’86: ‘Io sto bene’, voce di una crisi generazionale che torna attuale nella disillusione del nostro presente. Viviamo in un contesto segnato da precarietà sociale, economica, climatica, in cui è difficile percepire se stessi e quello che si vuole. Ci immaginiamo l’uomo che veste nuovo formale oggi come qualcuno che si interroga sulla forma e sul significato delle cose, ed è destabilizzato dalle incertezze che mettono in discussione il futuro. In questo procedere incerto verso un nuovo decennio, tradizione e innovazione rimangono le uniche guide, e la qualità, in tutte le sue accezioni, la prospettiva da seguire”.
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