Pitti Uomo 92: moda maschile italiana a +1,2% nel 2016
La moda maschile italiana archivia l’anno 2016 in area positiva, facendo registrare una crescita pari al +1,2%.
Secondo i dati emessi dal Centro Studi di Sistema Moda Italiana, la moda maschile italiana (aggregato che, si ricorda, comprende l’abbigliamento in tessuto, la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle) ha archiviato l’anno 2016 con una crescita pari al +1,2%. Il turnover settoriale sfonda, pertanto, i 9 miliardi di euro, leggermente superiore alle stime rilasciate lo scorso gennaio che prevedevano un +0,9%.
Con riferimento ai singoli micro-comparti qui esaminati, chiudono il 2016 con un incremento
sopra media i settori preponderanti. Buone in particolare le performance di confezione (+2%) e maglieria (+5,1%), mentre accusano dinamiche di segno negativo la camiceria (-5,4%), il segmento delle cravatte (-6,3%), e la confezione in pelle (-11%).
L’export mantiene il suo ruolo fondamentale a supporto della crescita della moda maschile italiana, con un incremento del +2,4% che porta il fatturato realizzato al di fuori dei confini nazionali a 5,8 miliardi di euro (64,4% del totale). L’import registra invece un deciso rallentamento, per un totale di 4 miliardi circa.
Per quanto riguarda l’estero, il mercato UE si conferma il maggior acquirente di moda maschile italiana, con una quota del 53,6% sull’export totale di settore. Francia e Germania chiudono l’anno su valori pressoché identici. Il Regno Unito resta favorevole, grazie ad un aumento del +7,6%. Sempre restando in ambito UE, va sottolineata la performance della Spagna, caratterizzata da un incremento double-digit pari al +15,4%. Dinamiche negative interessano invece i Paesi Bassi (-17,6%), mentre crescono le vendite sia in Austria (+6,2%) sia in Belgio (+4,0%).
Gli Stati Uniti registrano una perdita del -8,7% scivolando al quarto posto nel ranking degli sbocchi principali del menswear italiano. Guardando ai mercati del Far East, le vendite verso Hong Kong crescono del +14,9%, quelle in Giappone del +12,5%; l’export in Cina, invece, si chiude con un più modesto +5,3%, per un totale di 201 milioni di euro. La Russia si mostra in recupero, su tassi del +3,8%.
Nei primi due mesi del 2017, la moda maschile italiana ha visto proseguire l’export su un sentiero favorevole, mentre l’import evidenzia un timido recupero. In particolare, il fatturato estero, sperimenta una crescita del +6% circa rispetto al primo bimestre 2016.
L’appuntamento fieristico si rivelerà un termometro particolarmente significativo per capire le tendenze del mercato, consentendo agli operatori del settore di formare al meglio le proprie aspettative per i mesi a venire e indirizzare, di conseguenza, le proprie strategie aziendali.
Nota a cura del Centro Studi SMI – Federazione Imprese Tessili e Moda Italiane per Pitti Immagine Uomo