Per la sua prima, attesissima collezione nel ruolo di Direttore Artistico di Dior Homme, Kim Jones è tornato all’inizio. Il designer britannico ha estratto l’archivio Dior come ispirazione per rendere omaggio all’uomo che ha fondato il marchio leggendario nel 1946.
Christian Dior & moi. Nella sua autobiografia, Christian Dior ha suggerito che esistessero due Dior: l’uomo e il mito. Il primo era Monsieur Dior in persona. Il secondo era incarnato dalla Maison creata nel 1947. Per la sua prima collezione nel ruolo di Direttore Artistico di Dior Homme, Kim Jones ha scelto di interpretare i codici dello stilista. Un doppio omaggio, al tempo stesso alla personalità di Christian Dior e al sogno della haute couture simboleggiato dalla sua Maison. La collezione instaura quindi un dialogo tra i due volti della sua vita.
La sartoria ha influenzato il savoir-faire e la scelta dei materiali, soprattutto attraverso l’utilizzo di una Toile de Jouy scelta per la boutique originale del numero 30 di Avenue Montaigne, decorata da Victor Grandpierre. Questo codice Dior, ispirato all’eredità della Maison, è declinato in jacquard o ricami, in materiali in contrasto come tulle o pelle, oltre che piume.
L’identità haute couture, essenzialmente femminile, è qui adattata al guardaroba maschile per dare vita a capi morbidi, dalle spalle arrotondate e dalle linee essenziali. Un collo a sciarpa fa sfoggio di sé sul retro delle camicie per sottolineare la base del collo. Una nuova giacca Dior, battezzata Tailleur Oblique, avvolge la silhouette con una linea diagonale, come un sottile riferimento a uno dei modelli immaginati per la collezione autunno-inverno 1950. Lavorate in cachemire e in mohair estivo, altre giacche richiamano le lane inglesi tanto apprezzate da Christian Dior, sia per il suo guardaroba che per le sue creazioni. Tra tradizione e modernità, Kim Jones mescola abilmente i riferimenti haute couture e sportswear.
I motivi floreali attraversano la collezione, omaggio alla doppia passione di Monsieur Dior per la natura e le sue “donne fiore”. I fiori, che sbocciano su uno dei servizi in porcellana dello stilista, sono qui rivisitati da disegni contemporanei, quindi lavorati in stampe o ricami. Piume ricamate dall’atelier Lemarié sono ricoperte di vinile che ricorda lo smalto della porcellana fine. Richiamo all’infanzia di Christian Dior, influenzata dai gusti dell’epoca edoardiana, oltre al suo amore per il XVIII secolo, questo universo decorativo ispira la palette della collezione: blu, bianco, rosa chiaro – uno dei colori della sua casa d’infanzia a Granville, proprio come il grigio, altra nuance iconica. Un tocco di giallo dai riflessi dorati richiama la descrizione data da Jean Cocteau del suo amico Dior: “Un genio sottile dei nostri tempi il cui nome magico racchiude ‘Dio’ e ‘oro’”.
Questa collezione primavera-estate 2019 è punteggiata anche da omaggi alla vita privata di Monsieur Dior. Motivo ricorrente, il suo cane Bobby, che aveva ispirato un’edizione limitata del profumo Miss Dior e dato il suo nome a diverse creazioni. I gioielli rivisitano inoltre un sigillo utilizzato dalla famiglia Dior per la sua impresa negli anni ‘20, così come un simbolo ricamato, tratto dalla partecipazione di battesimo di Christian Dior, nel 1905. Questa immersione nell’intimità dello stilista ha influenzato in parte le tecniche di realizzazione: alcune giacche, come rovesciate, svelano la loro fodera a righe, e sovrapposizioni di due tipi di organza di seta, di cui una dallo stile sportswear. I capi rendono qui un nuovo omaggio al savoir-faire haute couture.
Gli accessori trovano origine nel patrimonio unico della Maison Dior. L’emblematica borsa Saddle è reinterpretata per la prima volta in versione maschile: a bisaccia e banana o, come una toppa, su zaini e giubbotti in pelle. La pelletteria moltiplica i riferimenti ai codici Dior: dalla toile de Jouy in versione ricamata con un motivo Cannage tagliato al laser, passando per la tela Dior Oblique, svelata in una nuova variazione tricolore.
Christian Dior ha svelato nei suoi scritti di avere una personalità multipla. Kim Jones ha ripreso questa idea per la sua prima sfilata, circondandosi di diversi universi creativi. Yoon, cofondatrice dell’etichetta giapponese Ambush, ha trasformato in gioielli le icone Dior come le iniziali “CD”, i fiori e gli insetti. Matthew Williams ha invece ideato una nuova fibbia in metallo per adornare gli accessori. Stephen Jones ha immaginato cappelli a partire da modelli originali “Christian Dior Monsieur” tratti dagli archivi della Maison. Infine, l’artista KAWS ha creato il pezzo centrale dell’ambientazione della sfilata, una monumentale scultura appositamente commissionata che rappresenta il suo figurino firma, BFF. Interamente ricoperto di rose, simboleggia la silhouette di Christian Dior che stringe tra le braccia il flacone di profumo di Miss Dior con l’effigie del suo cane Bobby. KAWS ha rivisitato anche l’ape, altro emblema di Dior, che si posa sui capi, con ricami e stampe, per illustrare la citazione di Christian Dior: “E quando si prende come riferimento la natura, non è possibile sbagliare”.
L’ispirazione è doppia: la personalità dello stilista e la sua passione per la natura. Più che un nuovo look, un nuovo sguardo.
Credits: © Courtesy of Christian Dior Couture PR