Dopo due mesi di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, la Fondazione riapre al pubblico garantendo ai visitatori totale sicurezza e nel pieno rispetto delle norme di legge indicate delle autorità: l’accesso sarà infatti consentito esclusivamente previa prenotazione telefonica per gestire e contingentare il flusso dei visitatori, che avranno l’obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata della visita; all’ingresso avverrà inoltre la misurazione della temperatura e l’igienizzazione delle mani.
Composta da un corpus di 180 fotografie, l’esposizione racconta la storia del nostro tempo attraverso momenti drammatici ed eroici vissuti da singoli individui, e ponendo un’importante domanda che resta ancora senza risposta: nel nostro cammino verso il futuro non stiamo forse lasciando indietro gran parte del genere umano?
Per anni il fotografo brasiliano ha documentato le migrazioni di massa restituendo con i suoi scatti la condizione esistenziale di milioni di uomini che sono stati capaci di spezzare i legami con le proprie radici, cercando loro stessi in un viaggio verso altri luoghi.
È ormai passata quasi una generazione da quando queste fotografie sono state esposte per la prima volta, eppure per molti aspetti il mondo che ritraggono non è cambiato.
Povertà, disastri naturali, violenza e guerre costringono ogni anno milioni di persone ad abbandonare le loro case costrette poi a vivere in campi profughi che il più delle volte si espandono fino a diventare piccole città, e investendo tutti i risparmi, e spesso anche la vita, per inseguire il sogno di una Terra Promessa.
Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni racconta la condizione di profugo, l’istinto di sopravvivenza, i momenti di esodo, i disordini urbani e le tragedie di continenti ormai alla deriva, racconta la paura e la povertà così come la volontà, la dignità e il coraggio.
“Oggi più che mai, sento che il genere umano è uno. Vi sono differenze di colore, di lingua, di cultura e di opportunità, ma i sentimenti e le reazioni di tutte le persone si somigliano. Noi abbiamo in mano la chiave del futuro dell’umanità, ma dobbiamo capire il presente. Queste fotografie mostrano una porzione del nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall’altra parte.” – Sebastião Salgado.
Sabato 23 maggio inoltre, in occasione delle proiezioni e conferenze in streaming con pensatori contemporanei organizzate dal festival di antropologia del contemporaneo Pistoia – Dialoghi sull’uomo il 22, 23 e 24 maggio – gli stessi giorni che avrebbero ospitato la XI edizione della manifestazione – sui canali social del festival verrà trasmessa un’intervista di Roberto Koch a Sebastião Salgado.
Il video è stato realizzato in occasione dell’appello lanciato dal fotografo brasiliano al governo, al congresso e alla Corte Suprema del Brasile, per tutelare gli indigeni dell’Amazzonia dal rischio di genocidio che la diffusione del Coronavirus potrebbe causare.
L’evento è organizzato in collaborazione tra Contrasto e Pistoia – Dialoghi sull’uomo festival ideato e diretto da Giulia Cogoli e promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia.
L’ingresso alla mostra potrà avvenire esclusivamente previa prenotazione telefonando al numero 0573 974267 tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
La mostra riaprirà al pubblico da giovedì 21 maggio 2020 mentre sarà possibile prenotare la propria visita a partire da martedì 19 maggio 2020.
SEBASTIÃO SALGADO. Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni
FONDAZIONE PISTOIA MUSEI in collaborazione con Contrasto e Pistoia – Dialoghi sull’uomo. Pistoia, Palazzo Buontalenti / Antico Palazzo dei Vescovi
8 febbraio – 26 luglio 2020
ã Sebastião Salgado / Contrasto
Credits: © Courtesy of Lara Facco P&C
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