In questa collezione, forse la più dichiaratamente “estiva” che abbia mai realizzato, sono confluite tre ispirazioni diverse: da un lato è stato un po’ come tornare bambino, ripensando alle lunghe estati passate al mare, e nella mia mente ci sono gli abiti colorati o con stampe floreali vivaci che indossava mia mamma, una donna che tuttora non possiede un solo abito nero nel suo guardaroba. Dall’altro mi sono ispirato alla brezza estiva della Costa Azzurra anni ’60: gli anni di icone come Brigitte Bardot, di registi come Roger Vadim e di stilisti all’avanguardia come Pierre Cardin. Di qui il titolo della collezione: “Conte d’été”, racconto d’estate, altra citazione cinematografica (Éric Rohmer) all’insegna del ricordo delicato e nostalgico. Infine, la terza fonte d’ispirazione è quella più fortemente legata al DNA del mio brand, profondamente radicato nell’humus milanese dove mi sono formato lavorativamente, dominato dall’immagine di una donna sofisticata e aristocratica, ma anche aperta alle più svariate tendenze culturali internazionali.
Ecco quindi una collezione Primavera Estate che cattura lo sguardo senza orpelli e facile da portare, in città come in vacanza, fatta di abiti, gonne e shorts dalle forme pulite e dai volumi dal sapore vintage, come il cappottino bon ton anni ’60 in lino nella stampa floreale, portato sopra a un costume da bagno due pezzi giallo in stile pin-up, o come l’abito a trapezio in viscosa verde con maniche volant, o ancora il top arancione unito a un costume da bagno a vita alta. I richiami all’oriente, alle spiagge di Okinawa e più in generale al Giappone – altra costante del mio brand, fin dal logo di foglie di ginkgo intrecciate – esplodono negli origami in tessuto a forma di girandola, vero e proprio leitmotiv della collezione, applicati sugli abiti o addirittura cuciti a mano tra loro a formare un top, una minigonna e l’abito finale.
Mai come in questa collezione spiccano gli audaci accostamenti cromatici: un registro di colori accesi e vibranti dal verde pino al verde fluo, dal rosa pastello al viola, dall’arancione al turchese, dal marrone da cui sbocciano grandi margherite stampate, ai tocchi di bianco, culminanti nel mini abito in duchesse di poliestere Seaqual interamente riciclato da plastiche recuperate dal mare, e nella giacchina couture con maniche a lanterna in lino certificato SFC (dove compare anche, nel girocollo, l’unico dettaglio nero dell’intera collezione).
Da sempre avverso alle rappresentazioni convenzionali della donna, gli abiti si adattano alle diverse fisicità del corpo femminile, come gli ampi abiti smanicati a tulipano arancione e nella stampa margherita su fondo marrone, o gli chemisier midi con doppia coulisse in vita in tela di cotone colorblock turchese o nella stampa a fiori. Così come una ritrovata consapevolezza femminile, giocosa e sensuale, si destreggia in un sofisticato equilibrio tra opposti, laddove squisite gonne multipieghe con spacco profondo coesistono con camicie da bowling maschili, a righe o in shantung verde fluorescente, e delicati top in origami di lurex rosa vengono indossati sopra a bermuda sportivi.
Infine, gli accessori: deliziosi cappelli a paralume per riparare il viso dal sole, e borse origami in tela di cotone o in nappa bianca vegana, entrambi realizzati in stampa reversibile.
Il risultato è una collezione che è una sferzata di energia pura, vibrante e colorata, ma sempre fedele al mio DNA di donna chic ed elegante: una collezione fresca e naif, allo stesso tempo sensuale e sofisticata, ma con un tocco contemporaneo e urbano.
Rigenerare, riciclare, recuperare: questo è sempre stato il mio motto. Credo fortemente in una sostenibilità originale e creativa, che nella sua eccentricità possa scendere per strada e che possa venire al più presto assorbita dal mainstream. Da un lato, l’utilizzo di tessuti dalle rinomate certificazioni, come la duchesse in poliestere Seaqual interamente riciclato da plastiche recuperate dal mare, il lino e la viscosa certificati SFC, o il cotone organico e l’organza in seta certificati GOTS; dall’altro il recupero di tessuti esistenti da rimanenze di magazzino e da archivi storici di rinomate aziende tessili. Inoltre, i capi più iconici della collezione, come la minigonna in lurex viola, il top rosa e l’abitino multicolore, sono creazioni sartoriali di artigianato couture realizzate con origami di tessuto ripiegati e cuciti a mano ottenuti recuperando le rimanenze di tessuto dagli sfridi generati nella lavorazione del campionario, così come il ricamo sulla blusa di organza è ottenuto dai ritagli del tessuto di lino stampato, in un esempio virtuoso di moda circolare e responsabile che, attraverso la creatività e il riutilizzo delle materie prime, possa esser meno impattante nei confronti del pianeta. Un processo che è stato esteso anche alla realizzazione degli accessori. I cappelli (un progetto speciale di Altalen realizzato ad hoc in esclusiva per Gilberto Calzolari) e le borse, infatti, sono stati realizzati anch’essi con i ritagli del tessuto di campionario. Quanto alle scarpe – sandali realizzati in pelle vegana – sono state cortesemente fornite da Kallisté, un brand di calzature di lusso che tramite un costante lavoro di ricerca e innovazione sostiene i valori della sostenibilità ambientale.
Gilberto Calzolari è un marchio di prêt-à-porter di lusso made in Italy dall’animo green che crede che eleganza e bellezza debbano andare di pari passo con il rispetto per il nostro pianeta. Il suo stile è rappresentato da un design glamour e senza tempo, espresso in raffinate silhouette contemporanee e in dettagli e abbinamenti inaspettati che creano cortocircuiti estetici sorprendenti. Tessuti preziosi, uniti a un costante lavoro di ricerca e innovazione e a una lavorazione di altissimo livello sartoriale, sono gli elementi distintivi di un marchio dalla forte identità etica ed estetica che, in controtendenza rispetto alle pratiche imperanti del fast fashion, punta a recuperare i valori della sostenibilità ambientale e della qualità, eleganza ed esclusività del lusso made in Italy.
Gilberto Calzolari è nato e cresciuto a Milano e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo una carriera di oltre 15 anni presso gli uffici stile di alcune tra le più importanti maison del lusso internazionale come Marni, Alberta Ferretti, Valentino, Miu Miu e Giorgio Armani, dove le sue creazioni sono apparse sui red carpet e le copertine più prestigiose, nel 2015 ha deciso di creare il suo brand di moda high-end e sostenibile.
Per il suo impegno nei confronti della sostenibilità Calzolari ha vinto premi prestigiosi come il Franca Sozzani Green Carpet Award come Best Emerging Designer nel 2018, il Monte Carlo Fashion Award nel 2019 e il C.L.A.S.S. Icon Award 2020, “conferito a un creativo visionario che è riuscito a combinare moda e design con innovazione responsabile e comunicazione, accrescendo la consapevolezza nei confronti di nuovi valori sostenibili”.
Le sue collezioni sono state invitate alla Milano Fashion Week, Showcase Altaroma, Next Trend, Budapest Central Europe Fashion Week, Monte Carlo Fashion Week, Expo China, White Milano, White WSM Fashion Reboot e al Qingdao International Fashion Industries Alliance Festival.
Photo & Video: @ludovicarceroph
Photo Assistant: @bbbbonti
Stylist: @barrosdinalva
Designer Assistants: Maura Bertoia, Felicia Amoruso, Federica Colleoni
Dressers: @marco_losquadro, @irebelc
Casting by CM Casting: @catecmcasting @diegomaffezzoni
Make-up: @lucie.nguyen_makeup – Key Artist; Graziano Senesi; Paolo Lestat
Hair: @luigi.martinireal – Key Artist; Cristina Savini; Debora Porfidio
Talent: @larissacr13, @catepezoa, @polinadragan, @merlegerhardy, @mayo_watanabe_
Music: @ettorevozza
Location: Residenza Serena
Production: @cinemarcello
Press: @guitarpressoffice
Shoes courtesy of @kallisteofficial
Hats courtesy of @altalenmilano: a special project for #GilbertoCalzolari.
Credits: © Courtesy of Guitar Pr Office
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