Emozioni e creatività intessute in abiti capaci di lasciare un solco nella storia. La mostra di quest’anno del Costume Institute, nella suggestiva cornice del Metropolitan Museum of Art di New York, celebra la moda americana, sfaccettata e diversificata come gli Stati Uniti e le molteplici culture che ne fanno parte.
L’esposizione “In America” è un’indagine del significato profondo dell’American fashion: frazionata in due parti, “In America: A Lexicon of Fashion” e “In America: An Anthology of Fashion”, è stata inaugurata il 18 settembre 2021 e rimarrà aperta fino al 5 settembre 2022.
La prima parte della mostra celebra il 75esimo anniversario del Costume Institute e stabilisce, nell’Anna Wintour Costume Center curato da Andrew Bolton, un moderno vocabolario della moda americana. La seconda parte, “In America: An Anthology of Fashion”, aprirà nelle sale dell’American Wing il 5 maggio 2022, per esplorare le narrazioni sartoriali legate alle storie di quelle stanze.
Sono i manichini dell’italiana Bonaveri ad accompagnare la narrazione e a guidare i visitatori alla scoperta di abiti e suggestioni. Da esporre nel prestigioso museo, sono state scelte le figure della collezione Schläppi 2200: le figure, per la maggior parte femminili, si caratterizzano per le forme artistiche, nelle quali la personalità scaturisce da dettagli minimi, dalla misura del gesto, dalle armonie profonde. I manichini maschili selezionati per la mostra sono invece della collezione Tribe.
Un’immersione nella storia e nella cultura di un popolo, una riflessione sul presente. “In America: A Lexicon of Fashion” va in scena nelle gallerie dell’Anna Wintour Costume Center fino al 5 settembre 2022 – rendendo omaggio, con l’eccezionale durata di un anno, al 75esimo anniversario del Costume Institute.
Principio organizzativo e ispirazione della mostra, una trapunta patchwork. Un oggetto semplice, per indagare le complessità di un’intera società. È una trapunta d’autore della collezione American Wing del Met ad aprire l’esposizione, ponendosi come metafora degli Stati Uniti e delle identità culturali che ne fanno parte. L’opera, iniziata nel 1856 da Adeline Harris Sears, si compone di quadrati a forma di diamante che portano 360 firme, tra cui quelle di otto presidenti americani.
Come toppe tridimensionali, teche di tessuto accolgono circa 100 completi da uomo e da donna disegnati dagli anni ’40 a oggi. Le 12 sezioni in cui si divide la mostra esplorano le qualità emotive che definiscono la moda americana.
“Nostalgia”, “Appartenenza”, “Delizia”, “Gioia”, “Meraviglia”, “Affinità”, “Fiducia”, “Forza”, “Desiderio”, “Sicurezza”, “Comfort” e “Consapevolezza” scandiscono l’esposizione, associandosi ai capi esposti.
Tra i designer in mostra, Diane Von Furstenberg, Patrick Kelly, Ralph Lauren, Tara Subkoff, Oscar de la Renta, Tommy Hilfiger, Off White (Virgil Abloh).
Nelle sale si possono incontrare, tra i numerosi capi, il vestito anni ’70 di Diane Von Furstenberg, che avvolge il corpo celebrando il lifestyle di una donna in carriera, oppure l’abito di Patrick Kelly del 1986-87, definito da un cuore di bottoni colorati.
Durante l’anno, la mostra si trasformerà con rotazioni e aggiunte, rappresentando la vitalità e la mutevolezza della moda americana.
“La moda americana è stata tradizionalmente descritta attraverso il linguaggio dello sportswear e del ready-to-wear, enfatizzando i principi di semplicità, praticità, funzionalità ed egualitarismo. Generalmente negata la retorica emotiva applicata alla moda europea, la moda americana ha sviluppato un vernacolo che tende a porsi in diretta opposizione a quello dell’haute couture. La prima parte di “In America” affronta questo disequilibrio linguistico presentando un vocabolario rivisto della moda americana basato sulle sue qualità espressive.” Andrew Bolton.
Creata negli anni ‘60, la collezione Schläppi si caratterizza per le sue forme artistiche e minimali, fluide, eleganti, statuarie. I manichini originali Schläppi nascono dall’intuizione di due uomini visionari: Schläppi e lo scultore Lorenzo Piemonti. A partire dalla metà degli anni ‘60, la collaborazione tra questi due uomini, un imprenditore dinamico e un artista visionario, ha portato alla creazione di forme evocative che hanno resistito per oltre venti anni.
Piemonti ha immaginato silhouette con tratti stilizzati distintivi e particolari, lontane dalle figure antropomorfe adornate con trucco, parrucche e forme sinuose. Allungò e applicò l’astrazione ai corpi e, così facendo, creò forme iconiche che alludevano a figure umane. L’artista inventò il futuro del manichino: fu il primo a prevedere un’estetica che, circa trent’anni dopo, è diventata la tendenza della nostra sensibilità contemporanea.
Nel 2001 Bonaveri ha acquisito il marchio Schläppi, gli archivi, le proprietà intellettuali e tutte le collezioni esistenti. L’enorme esercizio di interpretazione e modifica ha portato alla creazione del primo ensemble Schläppi contemporaneo con la presentazione della collezione 2200. Attraverso la rielaborazione della collezione esistente e l’aggiunta di pose, le nuove figure hanno rivelato una notevole capacità di combinare forme storiche e contemporanee. Lavorando sulla base dell’intuizione creativa originale di Piemonti, Bonaveri ha portato la forma Schläppi nel presente, rendendola un punto di riferimento nella narrazione della moda contemporanea globale. Oggi Bonaveri continua ad aggiungere nuove collezioni nel rispetto dell’estetica e del design originale: le collezioni Aloof, Noble e Obsession sono le ultime nate della linea Schläppi.
Credits: © Courtesy of Nemo Monti Comunicazione
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