Mario Dice SS 21: un viaggio nella ribellione degli anni ’70
“I may be crazy, but that don’t make me wrong.” Marsha P. Johnson
La nuova collezione Spring Summer 2021 di Mario Dice ci trasporta a ritroso negli anni 70’, tra fermenti e cambiamenti sociali, tematiche ritornate attuali in tutto il mondo, a partire degli Stati Uniti che hanno voluto onorare la memoria di una donna che ha segnato, tra gli anni ’60 e gli anni ’70, la storia della comunità LGBTQ+: Marsha P. Johnson.
Molteplici le parole per descriverla: attivista, sex worker, drag queen… è stata anche modella per Andy Warhol: arrivata a New York a 17 anni, sceglie il nome d’arte Marsha P. Johnson, dove P vuole significare pay it no mind (fregatene) e trova lavoro come drag queen. Da qui a diventare pilastro fondamentale per i diritti delle minoranze il passo è breve: scuote gli animi sollevando la questione dei diritti delle comunità LGBT americane fino ad arrivare ai moti di Stonewall nel 1969, che vengono considerato simbolicamente il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo. Una liberazione, però, apparente: le persone che non amano identificarsi con un’etichetta ma desiderano vivere liberi ed essere sé stessi, difficilmente sono accettate per quello che sono. Una illusione di libertà, una bolla in cui ci siamo abituati a vivere e in cui molte persone sono costrette a nascondersi per celare i veri sentimenti.
La voglia di ribellarsi al sistema, di non obbedire alla “regola” formale, di costruire un mondo diverso e di appartenere a sé stessi avvicina Marsha alla visione del designer Mario Dice che in questa collezione descrive l’amore libero dalle forme, dai vincoli e dalle sovrastrutture sociali (talvolta psicologiche), dove addirittura l’amore sbagliato rende liberi e l’uomo soddisfatto del proprio sentimento.
La libertà di sfidare in modo provocatorio un sistema ottusamente rigido e la libertà di esprimere la propria arte con passione e dedizione si fondono insieme per dar vita nella collezione Spring Summer 2021 ad una ricerca continua di non identificazione sistemica di una specifica connotazione (anche di identità di genere).
Tessuti come il canvas, denim, lino e cotone vengono declinati secondo altre forme, stravolgendo così la sostanza primaria. Gli stessi tessuti vengono arricchiti e allo stesso tempo impreziositi da pizzi e ricami sangallo in una scala di nuances cromatiche che vanno dai più caldi e materici mattone e caramello fino al tono acceso del corallo.
I dettagli contrastanti degli intarsi e dei ricami in bianco, blu e addirittura lime abbattono la barriera delle convenzioni dei capi, mantenuti ancora in tessuto grezzo.
Oltre al denim effetto batik, la collezione vanta seta Hatubai plissé e stampe 3D, sempre partendo dall’assunto di Mario secondo cui “in questa collezione viene sottratta ai tessuti l’identità convenzionale e classica”.
Un viaggio introspettivo dentro ognuno di noi, per togliere quella maschera che sin da piccoli ci costruiamo, celando un lato oscuro che prima o poi emergerà.
Credits: © Courtesy of Giorgio Innocenti Pr