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Intervista al Make-up Artist Marko Urbani: talento poliedrico, libero e appassionato

Dal rapporto con il make-up alla fiducia in se stessi, Marko Urbani si racconta in esclusiva. Romano, dall’allure londinese, ha un approccio al make up come metafora di un mondo colorato, vibrante e libero. Benaugurale, per i tempi che corrono. Molto di più: simbolico.

Libertà di non definirsi: è un tema anche nella bellezza?

Direi proprio di sì. Gli ultimi trend mostrano la grande crescita percentuale di chi apprezza la libertà di non identificarsi o non definirsi. Prova ne è che sempre più persone – soprattutto tra i giovanissimi – usino termini come ‘gender fluid’, nello specifico per vivere in libertà la propria identità sessuale, senza costrizioni o castrazioni.

Mutatis mutandis, anche nella bellezza si assiste allo stesso fenomeno. Chi, come me, lavora come professionista nell’ambito della moda ha a che fare ogni giorno con persone che rifuggono dai cliché. Se una volta appartenere a uno specifico target di riferimento era considerato quasi un tratto della personalità, qualcosa di cui essere fieri, ebbene oggi si cerca l’opposto. D’altronde, se ci pensiamo bene, la nostra personalità è in continua evoluzione. E la stessa cosa si può dire dei nostri gusti estetici. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che una donna prediliga un certo tipo di make-up un giorno e il giorno successivo cambi completamente stile, in base al suo stato d’animo. La stessa persona può amare un make-up dark, un effetto speciale particolare, magari anche una versione manga e allo stesso tempo amare lo stile nude o addirittura no-makeup.

Un bravo make-up artist deve saper operare su più livelli: da una parte comprendere bene il brief che riceve, dall’altra avere la sensibilità di cogliere quello che il suo cliente realmente desidera in quel momento, per permettergli di mostrare il meglio di sé. Al di là di una specifica definizione.

Cosa significa per te essere un Make-up Artist?

In una parola: significa vivere! Senza pennelli e colori non sarei vivo. Essere un make-up artist vuol dire innanzi tutto essere creativi. Ove possibile, seguire il proprio istinto e lasciarsi trasportare dal momento, creando un’opera unica nel suo genere. Non solo: un make-up artist è anche una sorta di “psicologo”, se posso usare questo termine. Nel senso che deve capire la personalità di colui o colei che ha davanti, cogliere le sfumature e sintonizzarsi allo scopo di creare una vera e propria partnership dove l’artista e la modella diventino una cosa sola.

Mi piace molto la parola “artista”. Ed effettivamente il mio lavoro è proprio legato all’arte e alla creatività. Mi piace vedere il viso di una persona come una tela grezza sulla quale creare un dipinto fantastico e unico nel suo genere. Essere un make-up artist non significa semplicemente saper mettere un rossetto o un eyeliner. Significa intuire in breve tempo quali prodotti valorizzino i tratti della persona e come mutarne i lineamenti per far emergere la bellezza. E (cosa importantissima) significa essere in grado di far sentire belle le persone, di farle sentire a proprio agio nel nuovo look. Solo così la modella o il modello sarà in grado di far risplendere quella tela che l’artista ha saputo creare.

Quanto è cambiato il tuo approccio al mondo della bellezza attraverso l’esperienza della pandemia?

Per quanto terribile sia stata, la pandemia mi ha fatto maturare. Sono entrato in contatto con tantissime persone attraverso i social e – forse per la prima volta – le persone hanno mostrato una grande umanità, il loro vero volto senza barriere. Ho avuto centinaia di richieste di tutorial online, cosa che ho fatto con gran piacere e gratuitamente, mostrando ai miei followers tutti gli step per realizzare un make-up perfetto. La gente mi ha ringraziato in una maniera così toccante che mi ha colpito profondamente.

Forse per la prima volta ho scoperto un ulteriore livello della bellezza, un livello più profondo e umano. E la parola d’ordine che mi porto dietro, dopo questa esperienza, è senza dubbio “rispetto”. Intanto un profondo rispetto per se stessi. Mai, come durante la pandemia, ho avuto modo di riflettere su di me e sul mio lavoro e di riconoscere il valore delle persone con cui collaboro e che mi hanno portato ad essere chi sono oggi. E mai, come in quel periodo, mi sono reso conto di quanto sia fondamentale rispettare le scelte delle persone. Tante volte, senza nemmeno accorgercene, tentiamo di manipolare o di convincere gli altri a cambiare idea per seguire la nostra. Ebbene, non c’è niente di più sbagliato!

La pandemia mi ha fatto capire che la bellezza già risiede in ognuno di noi e che il compito del make-up artist è quello di riconoscere tale bellezza e valorizzarla in molti modi diversi. Vorrei aggiungere un’ultima cosa: l’esperienza della pandemia ha dato una svolta alla mia carriera anche nella misura in cui ho chiuso una serie di collaborazioni che portavo avanti per forza d’inerzia e ne ho iniziate di nuove con una qualità decisamente superiore. Riassumendo, oggi ho una visione della bellezza più ampia di prima: la classica bellezza esteriore, a mio modo di vedere, va a braccetto con quella interiore, che è mio compito esaltare in tutti i modi possibili!

Alicia Keys sta seguendo la filosofia #nomakeup e ci sono stati pareri discordanti. Cosa pensi di chi dice che il trucco può essere una “maschera”?

A mio avviso ognuno è libero di credere in ciò che vuole e agire di conseguenza. Nel mio lavoro il rispetto viene al primo posto: di se stessi, certo, e degli altri, opinioni incluse.

Personalmente non sono pienamente d’accordo sulla filosofia che sta dietro il lancio del movimento #nomakeup. Alicia Keys vede infatti il make-up come un’imposizione sociale che -parole sue – costringe le donne a nascondersi dietro il make-up stesso. Una sorta di violenza psicologica, che impone alle donne di essere sempre perfette. Non è la mia visione, così come non condivido l’opinione di chi vede il trucco come una maschera. Premesso che è difficile generalizzare, dato che il mondo del make-up è enorme e comprende stili e sfaccettature diverse (fashion, bridal, dark, effetti speciali, baking, ecc.), come detto poc’anzi il make-up, per me, deve valorizzare i tratti di una persona, non appiattirli. Non si tratta, cioè, di applicare sul viso una maschera e creare l’ennesimo cliché, costringendo le donne ad apparire tutte uguali. Al contrario! Il make-up deve rappresentare la bellezza intrinseca di ognuno di noi, dev’essere studiato caso per caso in base al tipo di pelle, ai tratti somatici, ma anche alla personalità di ciascun individuo.

Uno dei valori in cui credo fortemente è la diversità. Guai se fossimo tutti uguali! Che noia se il mondo fosse abitato da cloni di noi stessi! Il mondo è bello ed ha senso proprio perché le persone sono diverse tra loro. Ognuno porta con sé il suo background e il suo credo, la sua storia e la sua etnia, il suo percorso di vita ed i suoi sogni. E tutto ciò è unico e meraviglioso. Che tristezza, quindi, se la visione del make-up venisse ridotta a una “maschera” da applicare sul viso per renderci tutti uguali. In un mondo sempre più diverso, dove le persone vogliono distinguersi per ciò che sono e alzarsi orgogliose tutte le mattine, il ruolo del make-up e quindi del make-up artist è quello di valorizzare la diversità e mostrare il meglio delle persone.

Quale sarà il trend più seguito e d’impatto per la prossima stagione? E quale è invece il tuo preferito?

La moda cambia molto rapidamente, così come i trend. La prossima stagione ci presenterà scenari davvero interessanti e, se vogliamo, in antitesi tra loro! Da una parte nel 2023 trionferanno concetti quali minimalismo, semplificazione e benessere. Il sentirsi bene nella propria pelle. Decidere se e come truccarsi, senza adeguarsi ad alcun cliché. Usare prodotti sempre più performanti e con grandissima attenzione ai componenti, che devono essere naturali e non inquinanti. Quindi più correttore e meno fondotinta, ad esempio. Sì al make-up, ma no al mascherone. Una grande spinta a scoprire, valorizzare e mostrare il bello che c’è in ognuno di noi: con discrezione e senza esagerare. Si andrà alla ricerca di una base moderatamente luminosa, una base più uniforme con un effetto demi-matt molto naturale. Anche il contouring sarà appena accennato e ben sfumato, senza eccessi. Tornano inoltre le sopracciglia naturali, ma sottili, con un effetto estremamente naturale.

Dall’altra parte, forse anche come reazione agli ultimi anni e mesi piuttosto bui, c’è un grande desiderio di divertirsi. Il make-up diventerà quindi un “compagno di giochi”, se vogliamo dire così, che accompagnerà i momenti più briosi del 2023. In altre parole, c’è ancora una gran voglia di colore, di osare, di giocare. E quindi via a tutto glitter, lustrini ed iridescenze: sulle palpebre o in una linea sottilissima al posto del classico eyeliner. Sì all’effetto gloss, per realizzare make-up dall’effetto bagnato. E nella nuova stagione il rossetto rosso torna più forte di prima!

Un ultimo consiglio: cercate prodotti multiuso e sarete in linea col nuovo trend! Un esempio tra tutti: il cheeck balm sarà tra i prodotti più trendy della stagione, grazie alla possibilità di essere usato su guance, palpebre e labbra. Ma anche gel trasparenti e lucidi multiuso, da utilizzare come base per pigmenti oppure da soli. Quanto al mio genere preferito, confesso che mi è difficile sceglierne uno solo! Tra tutti, però, amo moltissimo il make-up glow, luminoso, ottenuto attraverso giochi di correttori e illuminanti.

Riguardo il tuo lavoro, qual è la lezione più importante che hai imparato?

Innanzi tutto direi essere me stesso. Sono una persona molto spontanea, che non ama nascondersi dietro a schemi preimpostati. Ho capito che questa è una qualità che viene apprezzata molto, in un mondo abitato da tante maschere. La seconda grande lezione è stata quella di non dubitare del mio talento. E lo dico con grande umiltà. Spesso ho incontrato persone invidiose, che hanno cercato di smontarmi o di mettermi in discussione per un loro vantaggio. La vita e l’esperienza mi hanno invece portato a credere in me stesso e a non farmi cadere in queste trappole. Oggi non mi fermo più davanti a una difficoltà, perché conosco la mia tecnica e so che il mio approccio è molto apprezzato dai professionisti con cui collaboro.

Certo, non si finisce mai di imparare e questo è il bello di un lavoro creativo come il make-up artist. Ma la consapevolezza di poter imparare sempre nuove cose deve andare a braccetto con la fiducia in se stessi. Se poi, di base, c’è un grande amore per il proprio lavoro – come nel mio caso – la vita non può che essere meravigliosa.

Creatività libera e racconto del senso estetico. Marko Urbani prova ogni giorno a superare la versione noiosa della bellezza per lasciare che le emozioni abbiano il sopravvento sulla tecnica. Marko Urbani è creatività pura. È libertà. Si evolve sempre e non lo fa con un trend, ma con sé stesso.

BIO

Marko Urbani è un Beauty Expert/Makeup & Hair Artist riconosciuto come uno dei maggiori talenti italiani nel mondo della bellezza.

Makeup has no rules,” dice Marko. “With makeup, the possibilities are endless.” Si definisce un “Make-up Artist non convenzionale” per la sua grande visione e competenza in tutti i settori del trucco: bellezza, moda, fotografia, cinema, sposa, effetti speciali e 3D.

Creativo e appassionato, Marko è un grande giocatore di squadra che ha collaborato con i maggiori talenti nel mondo della fotografia e dello styling. Marko ha collaborato con aziende leader per sviluppare prodotti di trucco innovativi in mercati altamente competitivi. Il suo approccio è olistico ed etico allo stesso tempo, incoraggiando i marchi a sviluppare i prodotti giusti per i giusti target con buon senso, semplicità e rispetto per le persone e il pianeta.

Marko è cresciuto a Roma, dove la bellezza si trova in ogni angolo. La sua passione per l’arte e la bellezza è stata ispirata dalle grandi stelle della storia, dell’arte e del cinema italiane.

Il suo amore per il trucco, la fotografia e il design è stato coltivato durante i suoi studi alla Gil Cagné Academy di Roma, MUD Makeup Designory a Los Angeles e Milano.

Credits: © Courtesy of Marco Urbani

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Pubblicato da
Rosalba Radica

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