Collections

L’Africa globale di Antonio Marras

La moda e la musica diventano strumenti di abbattimento dei confini culturali sulla passerella di Antonio Marras.

A chiudere la settimana della moda Milanese, le attesissime creazioni di Antonio Marras. Per la prima volta lo stilista decide di far sfilare insieme le collezioni maschili e femminili, cui sono solitamente dedicati tempi e spazi separati.

Marras questa volta porta il Mali in passerella: quello degli anni Cinquanta e Sessanta (in cui donne e uomini si facevano belli e vestivano all’occidentale per andare a ballare il twist) fresco di conquistata indipendenza, visto dall’obiettivo di un grande fotografo come è stato Malick Sidibè, artista maliano noto per aver ritratto la cultura giovanile e le serate danzanti della Bamako di allora.

Lo stilista non smette mai di cercare attraverso la leggerezza della moda, del suo linguaggio fugace, un messaggio che unisca diverse forme d’arte e che parli di ponti culturali, di abbattimento di confini.

In passerella sfilano così abiti patchwork, lunghi o corti, luminosi, eterei. Gonne a spicchi e corpini aderenti. Il sangallo bianco si alterna al lino laccato. Non manca il pizzo, il jeans devoré, il fil coupé e le trasparenze, le stratificazioni, gli intrecci. Uomini e donne indossano i medesimi tessuti. Le righe si alternano a stampe floreali. I pantaloni bianchi e neri o sull’azzurro, verde fango, vermiglio.

É questa l’Africa di Marras: non una visione stereotipata da deserto e stampe tribali, ma un ibrido vestimentario. Ecco quindi un trionfo di forme anni ’50, riviste e corrette, mixate a tessuti speciali. Gli abiti hanno la vita segnata, corpini arricciati, gonne ampie e voluminose, mossi da drappeggi, pieghe, plissé, nodi, fiocchi, rouches e jabots. Oppure sono morbidi e scivolati come tuniche o caftani, annodati in vita come parei. Un repechage che coinvolge e stravolge anche il guardaroba maschile.

Marras racconta la sua Africa globale di un tempo non così remoto, in cui «la musica e gli abiti facevano sì che i confini fossero abbattuti». Malick Sibide era il loro fotografo e dai suoi scatti lo stilista sardo è partito per uno dei suoi viaggi più riusciti delle ultime stagioni.

Credits: © Courtesy of Antonio Marras PR

Leggi anche

Micam 2025 celebra i calzaturieri veri protagonisti della rivoluzione dello stile 

MICAM 2025 lancia la sua nuova campagna di comunicazione: in vista dell'attesissima edizione dal 23…

1 giorno fa

Louis Vuitton x Murakami: due tram eccezionali colorano le strade di Milano

A vent'anni dalla prima collaborazione tra Louis Vuitton e Takashi Murakami, la Maison e l'artista…

4 giorni fa

Dior unveils the Dior Toujours Bag in a unique vertical variation

Heritage takes a step skyward in the Dior Toujours vertical redesign, unveiling a new dimension…

4 giorni fa

#DiorKaws Capsule by KimJones and Kaws

Art's pop spirit finds a serpentine groove through heritage codes in the new #DiorKaws Capsule…

5 giorni fa

Cate Blanchett Recycles Louis Vuitton Gown for 2025 Golden Globes Red Carpet

82nd Golden Globe Awards. House Ambassador Cate Blanchett, nominated for her role in "Disclaimer", wore…

1 settimana fa

Monica Barbaro wore Dior to the 2025 Golden Globes

Attending the Golden Globes for "A Complete Unknown," Dior Ambassador Monica Barbaro floated in a…

1 settimana fa

L'Opinionista © 2008 - 2024 - Fashion Press supplemento a L'Opinionista Giornale Online - tutti i diritti sono riservati
reg. trib. di Pescara n.08/08 - iscrizione al ROC n°1798 - P. iva 01873660680
Contatti - Redazione - Pubblicita' - Notizie moda del giorno - Privacy Policy - Cookie Policy

SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram