Con l’obiettivo di superare confini geografici e culturali, i gioielli sono stati progettati per il mercato cinese, in particolare per un target di donne tra i 25 e i 55 anni, come richiesto dal maestro Carlo Palmiero durante la visita delle studentesse di IED Torino ai laboratori artigiani siti nel cuore del distretto dell’eccellenza orafa italiana. La scoperta dell’iter creativo e produttivo, arricchita da un racconto che ha intrecciato passato, presente e futuro dell’azienda ad aneddoti legati alla nascita delle collezioni, è stata premessa fondamentale per lo sviluppo della progettazione.
Guardando alla storia millenaria e osservando le tendenze contemporanee della potenza orientale – mercato in espansione e alla guida del settore del lusso – le giovani designer hanno ideato collezioni Haute Couture capaci di reinterpretare in chiave leggera e sperimentale lo stile delle creazioni Palmiero, nel rispetto delle esigenze, dei gusti e dei canoni culturali cinesi.
Dopo una prima fase di ricerca, ispirazioni antiche e contemporanee hanno innescato la creazione di anelli, orecchini, spille, collane, bracciali e orologi che, oltre ad aver oltrepassato distanze tra luoghi e tradizioni, hanno saputo superare i limiti improvvisi causati dall’emergenza sanitaria mondiale. Nonostante la chiusura del laboratorio orafo, gli studi e gli sketch iniziali sono stati plasmati in collezioni, grazie a un grande lavoro a distanza reso possibile dall’implementazione della parte di progettazione 3D e di sperimentazione con resine da remoto e dal prezioso supporto della committenza.
Riportando l’essenza dei gioielli Palmiero – creazioni dai volumi importanti e intensi colori, che parlano il linguaggio della scultura con pavé di diamanti, pietre naturali e metalli preziosi – i nuovi gioielli di facile indosso giocano con numerose suggestioni che spaziano dalla calligrafia allo zhezhi, dal mahjong al shan shui, fino alla simbologia di elementi naturali, animali e fiori.
Un nome che fa viaggiare verso paesaggi lontani, ripercorrendo con la mente la Via della Seta, la rotta commerciale che per secoli ha collegato Occidente e Oriente tra scambi economici e contaminazioni culturali. Mondi lontani dalle inaspettate similitudini, come nei significati associati al protagonista della collezione: il Fiore di Loto, legato a leggende e racconti sulla nascita di divinità, oltre che in Cina, anche nell’Antico Egitto. Sacro per entrambe le culture, sul suo calice siedono sia Buddha che Ra, come raffigurato su preziose sete cinesi e in affreschi e bassorilievi egizi.
Nella collezione il fiore diventa gioiello, esaltando gli aspetti mistico-spirituali in una rappresentazione attenta e rispettosa dei tratti naturali. Un involucro di petali in oro bianco e ametiste di varia tonalità racchiude un nucleo di opali dall’arlecchinamento tendente al celeste. Nella spilla e nel bracciale, un intreccio di ramificazioni dagli eleganti movimenti plastici, ornati da diamanti e perle nere dai toni bluastri, indirizza la luce cangiante in un richiamo all’ambiente acquatico in cui il fiore nasce.
L’invenzione attribuita a Cang Jie, mitologico ministro dai quattro occhi dell’Imperatore Giallo che dall’osservazione attenta e profonda della natura generò i simboli grafici della lingua cinese, ha ispirato la collana in oro giallo – metallo di buon auspicio nella cultura cinese – insieme a orecchini, anello e spilla, in linea con il gusto del mercato orientale per le parure. Le sfumature in pavé nei toni della terra donano giochi di luce alle superfici sinuose dei gioielli, in un omaggio alle morbide pennellate di inchiostro dei caratteri cinesi e ai motivi naturalistici che ne hanno guidato la nascita.
Il distaccamento dagli ideali di armonia, equilibrio e simmetria avvenuto prima nel mondo dell’arte con le Avanguardie del Novecento, e poi della moda negli anni ‘90 con la selezione di modelle dai tratti particolari quali androginia, vitiligine e strabismo, ha ispirato la progettazione di Imperfect, una linea di gioielli volti ad esaltare diversità e imperfezione trasformandole in testimoni di unicità. L’imperfezione diventa punto di forza e criterio per valutare la bellezza, un nuovo strumento per stimolare e sensibilizzare il pubblico cinese sui temi dell’inclusione, dell’accettazione e della valorizzazione della diversità.
Nella parure in oro bianco regna l’asimmetria e l’armonia delle forme morbide e sinuose è interrotta dalla disposizione apparentemente casuale di zaffiri, acquemarine e diamanti in taglio tondo e a navetta. Nel pavé la sfumatura a giorno nei toni dal blu al bianco è improvvisamente spezzata da un rubino, eccezione che spicca per il suo colore, in Cina simbolo di vita e bellezza.
Se è nelle forme geometriche delle 144 tessere del gioco da tavola che si ritrova la base compositiva, è con l’interpretazione in chiave cinetica che si ha il completamento formale di ciascun pezzo: piccole tessere sono sovrapposte l’una sull’altra, in una rotazione che abbraccia la parte del corpo per cui è pensato il gioiello. La gradazione delle pietre, incastonate sfumando dai verdi e blu di acquemarine e zaffiri ai bianchi e beige di diamanti incolore e fancy brown, enfatizza ulteriormente le sensazioni visive di volume e movimento. La molteplicità e la dinamicità degli elementi compositivi alludono ai concetti di possibilità e buona sorte, proponendo come nuovi amuleti contemporanei per successo e prosperità gli orecchini Blessing of Heaven, la spilla Big Four Winds, l’anello Nine Gates e il bracciale Four Kong, che traggono il proprio nome dalle quattro combinazioni più fortunate nel gioco.
Ulteriori richiami al mahjong si ritrovano nel packaging – realizzato da ogni studentessa a completamento del progetto insieme a una proposta di comunicazione della propria collezione. Riprendendo nuovamente la forma delle tessere, il cofanetto in acciaio satinato verniciato a polvere è impreziosito da serigrafie delle iconiche illustrazioni del gioco cinese. Tra le tredici proposte presentate, Good Luck è stata selezionata da Palmiero Jewellery Design per la realizzazione di un prototipo.
“I progetti di tesi sono il culmine del percorso triennale dei nostri studenti, il trampolino di lancio verso il loro futuro professionale. È il momento in cui sono liberi di esprimere al massimo la loro creatività e le competenze acquisite durante gli studi – dichiara Paola Zini, Direttore IED Torino. Quest’anno più che mai i nostri studenti hanno dimostrato di saper affrontare le sfide, reagendo alle difficoltà e portando a termine la progettazione con coraggio e determinazione, a volte da altri continenti. La prestigiosa collaborazione con Palmiero Jewellery Design ha permesso alle giovani designer di confrontarsi con le richieste di un’azienda eccellenza del settore e con le esigenze di un mercato estero, facendo emergere la loro personalità e passione”.
“Il progetto in collaborazione con IED Torino è stato un’esperienza molto interessante per la possibilità di interagire con le studentesse e la loro visione, e di portarle in un mondo lontano, quello dell’Oriente. Un progetto ben riuscito, nato dalla volontà di incentivare i giovani ad avvicinarsi a questa nobile arte, che richiede tanta creatività e innovazione per diventare maestri orafi – dichiara Carlo Palmiero, Fondatore di Palmiero Jewellery Design. È importante riabilitare un concetto a cui tengo molto: l’arte del saper fare e il saper fare con arte. È stato curioso e molto emozionante vedere le diverse interpretazioni e sviluppi creativi che ogni studentessa è riuscita a realizzare nel rispetto del brief. Auguro a tutte loro buona fortuna”.
I progetti in collaborazione con Palmiero Jewellery Design sono stati realizzati da: Francesca Azais, Gaia Cozzi, Dajana Ferrara, Elena Frigierio, Marzia Gasparotto, Shuang Liang, Marzia Marangon, Giulia Milan, Arianna Orla, Delia Perna Ruggiero, Giorgia Pezzano, Gavrylyuk Yana, Ilaria Zardo, diplomate del corso Triennale in Design del Gioiello IED Torino, sotto la guida della Coordinatrice del corso Daniela Bulgarelli.
Credits: © Courtesy of Ufficio Comunicazione IED Torino
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