Nel quinto episodio della serie “The Performers” in collaborazione con GQ, Zhang Huan attraversa la Death Valley offrendo un racconto esclusivo sulla sua vita e sulla sua professione.
Per Zhang Huan, uno degli artisti più irriverenti della Cina, il mezzo più efficace di creazione artistica e di espressione è il corpo. “È l’unico strumento attraverso il quale riesco a conoscere la società e la società riesce a conoscere me”, ha affermato.
Nato un anno prima della Rivoluzione culturale cinese del 1966, Huan è noto per aver creato performance installative oltre i limiti – incatenandosi ad esempio al soffitto del suo atelier, o per aver costruito un Buddha cinereo alto oltre quattro metri e per aver saputo fondere tradizione orientale e occidentale nelle sue opere.
Nel quinto episodio della serie “The Performers” in collaborazione con GQ, l’artista intraprende un viaggio spirituale ai confini della Death Valley, da lui considerata come l’equivalente occidentale della catena dell’Himalaya, un elemento ricorrente nelle sue opere. Folgorato dal paesaggio, l’artista realizza un’opera d’arte in omaggio alla celebre valle.
Il video mostra Huan intento a ritrarre tutto ciò che si muove o nasce nel deserto, dalle piante alle rocce, dalla sabbia al vento. Lo spettatore è totalmente coinvolto nell’atto di ricerca dell’ispirazione che si trasforma in arte.
“Per me la Death Valley non esprime un senso di morte ma piuttosto di rinascita”, afferma l’artista. “Il paesaggio naturale rappresenta il ciclo della vita“.