Un immenso salone dalle modanature grigie e bianche, visibili in trasparenza sotto un controsoffitto di bandierine. Cartoni da trasloco, aperti a terra, sembrano proteggere un parquet troppo prezioso, come se stesse per svolgersi un rave party.
Il Grand Palais scelto da Kris Van Assche per accogliere la sua sfilata Dior Homme Inverno 2017 rispecchia la collezione: un Dior molto Dior, rivisitato in chiave street style. Uno stile che disegna un’allure nuova, hardcore e “hardior”, secondo un gioco di parole per definire queste silhouette che giocano sui paradossi e sui mix di generi.
Se i primi look della collezione propongono una nuova interpretazione dell’abito maschile, la parte superiore è stavolta aderente. Questa giacca contrasta con un pantalone d’ispirazione streetwear, dalla linea loose e corta sulle caviglie.
Colori elettrici e riferimenti legati all’adolescenza animano le silhouette in modo inatteso. Gli abiti si indossano sotto una maglia a coste larghe in stile cocooning e i guanti in pelle, omaggio a Monsieur Dior, sono declinati in colori vivaci.
Colli e cappotti sono aerografati. Sulle giacche, linee verticali che riproducono i tratti di costruzione dell’intelaiatura si fondono con ricami sfilacciati multicolori. I pullover sfoggiano il ritratto di Christian Dior, associato a frasi come “they should let us rave” in uno spirito punk.
Gli accessori continuano a mescolare i codici, che si accostano e si fondono. La collana amuleto dell’ultima stagione è diventata un portachiavi; le calzature mescolano cinturini ispirati allo stile gotico, le suole bianche delle sneaker e la tradizionale pelle nera.
Le creazioni che riprendono l’opera Mosh Pit dell’artista Dan Witz sembrano riconciliare tutti questi paradossi: su tutto scene di pogo tra giovani rievocano questo incontro in cui le sottoculture di ogni tipo, i ricordi dell’adolescenza e l’eredità di Christian Dior si mescolano in uno scontro pieno di un’incredibile energia.
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