Dalle grandi opere luminose di Daniel Buren al secondo capitolo della Trilogia della Materia, passando per la X edizione del Premio Lorenzo Bonaldi e un nuovo progetto di residenze per artisti in collaborazione con Fundación PROA, il programma del museo continuerà a indagare i linguaggi meno scontati della modernità artistica e a valorizzare il patrimonio della città di Bergamo utilizzando format innovativi, tenendo viva l’attenzione verso la creatività contemporanea internazionale e posizionando la GAMeC al centro di un sempre più solido network culturale.
La mostra di Antonio Rovaldi, ospitata negli spazi dell’Accademia Carrara, costituisce la seconda tappa del progetto End. Words from the Margins, New York City con cui l’artista ha vinto la quinta edizione dell’Italian Council, il programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea e Rigenerazione Urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Promossa dalla GAMeC in partnership con l’Università di Harvard, il Kunstmuseum di San Gallo e Magazzino Italian Art di Cold Spring (NY), la mostra racconta New York, la metropoli più iconica al mondo, dal punto di vista dei suoi margini.
L’artista ha camminato nei cinque quartieri che disegnano la città (Manhattan, Brooklyn, Queens, The Bronx, Staten Island) esplorandone i confini più estremi. Da questa esperienza è nata una serie fotografica che restituisce l’immagine di una New York complessa, periferica e poco conosciuta, e un’approfondita pubblicazione dal titoloThe Sound of Woodpecker Bill: New York City, edita da Humboldt Books, che include, oltre al testo di Antonio Rovaldi, le mappe realizzate da Francesca Benedetto e contributi di Francesca Berardi, Cecilia Canziani, Anna de Manincor, Claudia Durastanti, Lorenzo Giusti, Steven Handel e Mario Maffi.
La mostra diventa inoltre l’occasione per attivare un ricco Public Program con laboratori, esplorazioni, incontri e per proseguire collaborazioni consolidate con importanti istituzioni del territorio – tra cui Accademia di belle arti G. Carrara, Bergamo Film Meeting, Orlando. Identità, relazioni, possibilità e Festival Danza Estate –, trasformando l’esperienza di Rovaldi in un modello di indagine per analizzare i confini di Bergamo, promuovendo una nuova consapevolezza degli spazi periferici come “luoghi di scrittura del domani”.
Daniel Buren, celebre artista francese conosciuto in tutto il mondo per le sue installazioni ambientali e per i suoi lavori tessili, presenta una serie di nuove opere in fibra ottica nel prestigioso contesto della Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione di Bergamo, che per il terzo anno consecutivo diventa sede espositiva estiva della GAMeC.
Tessuti luminosi, in cui si alternano i motivi geometrici caratteristici della ricerca dell’artista, abiteranno lo spazio centrale della sala, dando vita a un percorso di grande intensità visiva, capace di rinnovare l’ambiente circostante attivando un dialogo inedito con i dipinti e gli antichi affreschi sulle pareti. Presentati per la prima volta in Italia, i lavori in fibra ottica di Buren costituiscono l’esito più avanzato di una ricerca artistica portata avanti per oltre cinquant’anni.
In contemporanea con la mostra di Buren, apre al pubblico In The Forest, Even The Air Breathes a cura di Abhijan Toto, curatore indiano vincitore della X edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize.
Il progetto trae spunto dalle ricerche relative al cosiddetto Curriculum Forest, una filosofia della Terra che promuove la necessità di un’immaginazione cosmopolitica localizzata della nostra attuale era ecologica. La mostra si focalizza sui sistemi cosmologici di Zomia, una cintura boscosa che corre dal nord-est dell’India alle Cordigliere delle Filippine, immaginando nuove forme di politica e pedagogia per rendere più intimo il rapporto dell’uomo con la terra che abita. La mostra, basata su alcune questioni centrali del Curriculum Forest, considera Zomia come prospettiva e comprende opere di Korakrit Arunanondchai, Soe Yu Nwe, Sung Tieu, Karl Castro, Robert Zhao Renhui, Joydeb Roaja, Nguyen Trinh Thi.
Nulla è perduto è il secondo capitolo del grande progetto espositivo pluriennale dedicato al tema della materia. Dopo Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, mostra dedicata all’essenza della materia in dialogo con le teorie della fisica moderna, questa seconda tappa, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, rivolge lo sguardo al lavoro di autori che hanno indagato le trasformazioni della materia per sviluppare una riflessione sul mutamento e sul tempo.
In mostra opere di epoche diverse, dai dipinti allegorici seicenteschi a lavori dada e surrealisti, fino alle creazioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie degli anni Sessanta e Settanta. E ancora, opere di esponenti dell’Arte Povera, sculture e installazioni di autori degli anni Ottanta, fino alle ricerche più recenti di artisti internazionali delle ultime generazioni.
Il programma 2020 della GAMeC è arricchito da ulteriori progetti e iniziative, come la collaborazione con la Fundación PROA di Buenos Aires per il programma di residenze ON AIR – ARGENTINA-ITALIA ART RESIDENCY, pensato per attivare scambi di esperienze tese alla valorizzazione del potenziale artistico dei due Paesi. Ad anni alterni, vengono coinvolte una coppia di artisti – uno italiano e uno argentino – e una coppia di curatori. Per questa prima edizione la GAMeC ha invitato l’artista argentina Irina Kirchuk (1983).
Torna inoltre ad abitare gli spazi del museo ARTISTS’ FILM INTERNATIONAL, il prestigioso network dedicato alla videoarte che dal 2008 coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni d’arte contemporanea internazionali, con artisti provenienti da tutto il mondo. La XII edizione della rassegna avrà come tema “il linguaggio”.
La terza tappa di questo progetto di riflessione sul collezionismo e sulle politiche di acquisizione e di sperimentazione curatoriale presenta una serie di opere della Collezione realizzate nel corso degli anni Duemila – da Berlinde de Bruyckere a Yan Pei-Ming, da Gelitin a Latifa Echakhch – che forniscono uno spaccato di alcuni tra i più significativi linguaggi artistici esplorati nei primi vent’anni del nuovo millennio.
© Lara Facco Press & Comunication
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