Fugues in Color – Fondation Louis Vuitton

La Fondation Louis Vuitton presenta Fugues in color. Il museo parigino del gruppo Lvmh accoglie le opere di cinque pittori della scena artistica internazionale, Sam Gilliam, Katharina Grosse, Steven Parrino, Megan Rooney e Niele Toroni.

Fugues in Color - Fondation Louis Vuitton
Katharina Grosse, Splinter, 2022 (7)

La mostra «Fugues in Colour» riunisce cinque pittori della scena artistica internazionale, tutti con background e appartenenti a generazioni diverse: Sam Gilliam, Katharina Grosse, Steven Parrino, Megan Rooney, Niele Toroni. Attraverso i loro vocabolari astratti, superano i limiti tradizionali del mezzo pittorico. La pittura esce dal campo ristretto della tela, scoprendo una nuova libertà nel rapporto colore/mezzo, estendendosi nello spazio, attraverso pavimento, pareti e soffitto. In quanto variazioni sull’espansione del colore, le opere qui riunite dialogano strettamente con l’architettura di Frank Gehry.

Oltre al gruppo di opere di Sam Gilliam, Steven Parrino e Niele Toroni, che comprende importanti prestiti, sia privati ​​che da istituzioni pubbliche, Katharina Grosse e Megan Rooney hanno creato nuove opere éphémère per la mostra.

Galleria 8 Megan Rooney 

Artista multidisciplinare, Megan Rooney combina pittura, scultura, performance e scrittura in un’unica opera. Per lei l’atto di dipingere e un immenso impegno fisico e mentale che culmina nelle sue tele monumentali, come qui in With Sun, un murale originale ed effimero creato appositamente per la Galleria 8, che collega l’intera altezza del muro.

Per creme l’opera, dotata di vari strumenti e con l’aiuto di una piattaforma sopraelevata, Rooney ha intrapreso una performance a lungo termine che è proseguita per diverse settimane. Come sempre per l’artista, l’opera è stata costruita in stretto dialogo con l’architettura, senza schizzi preparatori. Con ii passare dei giorni, gli strati di pittura accumulati, prima di essere svelati in alcuni punti do dischi abrasivi, rivelano configurazioni astratte che suggeriscono elementi antropomorfi. Qui, Rooney esplora la densità di una tavolozza brillante, ricca e colorata, dominata do sfumature scintillanti e variazioni di arancio, malva, giallo, verde, rosa e persino toni pastello. lspirandosi alle particolarità dello spazio aperto e al cielo, l’artista ha creato un dipinto intriso dalla connessione con la natura circostante, un catalizzatore costante nel suo lavoro, in armonia con le modulazioni luminose della luce solare primaverile e le sue vibrazioni che inondano lo spazio.

Fugues in Color - Fondation Louis Vuitton
Vue dinstallation des oeuvres de Sam Gilliam, exposition La Couleur en fugue, Fondation Louis Vuitton, Paris

Galleria 9 Sam Gilliam – Steven Parrino

Sam Gilliam è una figura rilevante nella pittura americana del dopoguerra. II suo lavoro è associato alla Washington Color School, una corrente pittorica Color Field sviluppatasi a New York negli anni ’50.

Nel 1968 inizia i dipinti Drape, attraverso i quali definisce un nuovo linguaggio pittorico ed esplora le potenzialità della superficie e l’espansione del campo cromatico. Le tre opere monumentali qui presentate sono caratteristiche di questa serie, che segna sia ii completo abbandono della tela sia l’avvento di un dipinto la cui forma si dispiega di volta in volta secondo le particolarità architettoniche dello spazio espositivo. Nel suo studio, Gilliam lavora su tele stese sul pavimento, su cui versa pigmenti acrilici fortemente diluiti che poi tampona, strolina o pressa con pennelli e stracci. Nel flusso di colori che scorre su entrambe le facce delle pieghe, negli incavi e nelle curve, appaiono forme casuali, aree piatte, linee, gocciolamenti, tracce e altre impronte, costruite in quel momento.

Quando la tela è satura, l’artista la manipola, piegandola e accartocciandola, arrotolandola, prima di lasciarla asciugare. A volte aggiunge polvere di alluminio e applica vernice acrilica qua e la, creando effetti di materia e texture che contrastano con la superficie piano impregnata di colori. In una seconda lase, la tela viene annodata in più punti prima di essere sospesa liberamente nello spazio, tra pavimento, parete e soffitto. In questa nuova installazione, ii potere lirico e vibrante del colore ridefinisce l’architettura di Frank Gehry, in una tensione tra ordine e disordine.

Fugues in Color - Fondation Louis Vuitton
Steven Parrino, Blob (Fuckheadbubblegum), 1996

Rovesciando i confini Ira pittura e scultura, Steven Parrino ha liberato la tela dalla sua piattezza, togliendo ii colore dalla cornice e lasciandolo fluire nello spazio. Le opere qui presentate appartengono alla serie di tele deformate che l’artista inizio a sviluppare nel 1981.

Steven Parrino ha definito in anticipo ii processo per la realizzazione delle sue opere: una volta decisi ii supporto e le dimensioni, ha dipinto la superficie in modo uniforme, con acrilico, bomboletta spray, smalto o lacca.

Compie quindi una serie di azioni violente: disinquadrare, strappare, torcere e accartocciare ii supporto dipinto, per poi fissarlo sulla barella, spesso dopo averlo ritoccato. Questi interventi spostano la superficie bidimensionale della pittura nella tridimensionalità del rilievo e della scultura. lnoltre, il significativo coinvolgimento fisico dell’artista nel processo conferisce alle opere un carattere performativo.

Sulla parete, le tele di quattro tondi e di un quadrato traforato sono state accuratamente dipinte prima di essere manipolate per creme effetti di vortice in rilievo. Sul pavimento, due installazioni di tela stropicciata diventano sculture. Oui Parrino ha scelto colori brillanti, scelti anche per ii loro significato simbolico.

Fugues in Color - Fondation Louis Vuitton
Niele Toroni, Empreintes de pinceau n50 repetees a intervalles reguliers de 30 cm, Flambo, 1981

Galleria 11 – Niele Toroni

Artista noto per le sue pratiche, fuori dagli schemi, Niele Toroni ridefinisce gli spazi che occupa adattando le sue opere al sito espositivo. Dal 1966 realizza impronte monocromatiche con pennelli piatti, larghi 5 cm, che applica su una determinata superficie ad intervalli regolari di 30 cm. Anche se questa «opera-pittura» è il risultato di un gesto ripetuto in modo identico, ogni impronta e diversa, varia a seconda della quantità di pittura, della forza del gesto, del tipo di supporto, della sua forma e del colore scelto.

Toroni è qui presente con un gruppo di opere realizzate tra ii 1967 e ii 1997, che testimoniano la diversità dei suoi supporti. La tela cerata che l’artista ha utilizzato all’inizio della sua carriera gli ha permesso di estendere le impronte in relazione alle dimensioni del muro. Tagliato secondo i requisiti, la posizione comunica la quantità di vernice visibile.

Con Flambo, marchio di espositori utilizzati nei negozi di arredamento, Toroni ha posizionato le sue diverse impronte colorate sui pannelli mobili che compongono l’oggetto, mentre Hommage aux hirondelles (Omaggio alle rondini) e posizionato in alto ad angolo, come un nido d’uccello. I tondi con i «rossi» di Bordeaux derivano dalle impronte che l’artista ha lotto sulle botti di vino. I quattro dipinti che formano un insieme presentano ciascuno impronte di colori diversi: rosso, giallo, blu, nero. II colore do ritmo ad ogni tela di questa partitura pittorica.

Galleria 10 – Katharina Grosse

Dalla fine degli anni ’90, Katharina Grosse ha esplorato le potenzialità della pittura ben oltre i limiti della cornice o della tela. Abbracciando pavimenti, pareti, soffitti, oggetti o interi paesaggi, crea siti pittorici multidimensionali grazie alla tecnica di proiezione del colore e la pistola a spruzzo, che e diventata la sua firma. II colore e al centro del suo lavoro, ed e l’anello di congiunzione Ira le opere. La questione della fusione Ira pittura/architettura/scultura, ricorre in tutto ii suo lavoro, come in questo progetto concepito in stretto dialogo con l’edificio di Frank Gehry.

Con Splinter, l’artista crea un elemento dinamico vario, composto do forme triangolari, do cui ii colore si espande con grande slancio. Composto do venti triangoli di compensato fissati su una struttura autoportante, l’opera occupa parte della parete destra della Galleria 10, funzionando come una «scintilla» visiva che collega pavimento e soffitto. Dopo l’installazione della struttura nello spazio, ii passo successivo e stato quello di dipingerla e insieme a ciò che la circondava. Utilizzando uno stencil, Katharina Grosse ha creato un vuoto al centro, come se la luce del sole che filtra attraverso ii lucernario fosse arrivata a «bruciare» la pittura. Nelle parole dell’artista, «un dipinto può atterrare ovunque, può rimanere ovunque… La pittura non è collegata a un luogo. Sperimenta e comprime drammaticamente le caratteristiche della realtà».

Curatrice
Suzanne Page, Direttrice Artistica della Fondation Louis Vuitton

Curatori
Ludovic Delalande, Nathalie Oge e Claire Staebler con Claudia Buizza

FUGUES IN COLOR
Sam Gilliam – Katharina Grosse – Steven Parrino – Megan Rooney – Niele Toroni
dal 4 maggio al 29 agosto 2022

Credits: © Courtesy of Louis Vuitton Italia