Nella sala grande del Cinema Odeon di Milano, vanno in scena i tre momenti della mutazione del personaggio e l’evoluzione del vestire.
Apre la quotidianità discreta ed essenziale, calda, confortevole in una palette woolly di grigi e beige, mixata con marroni e verdi allineati in righe regimental. Una compostezza rassicurante di un carattere ancora inconsapevole del proprio sconvolgimento.
Le immagini proiettate si alternano al passo cadenzato in una narrazione che come il cinema è realtà. Lane, lurex, velluti spalmati trasportano ad una transizione che prelude all’incarnazione risolutiva, luminescenze e contrasti di un cambiamento in atto. Una memoria anni ’70 di volumi importanti, pantaloni mannish a vita alta o a zampa a volte abbinati al kilt ed un must assoluto, il tailleur.
Blocchi di colore dal blu notte al pavone chiudono in un total velvet il compimento definitivo, il vero personaggio nasce illuminato di lilla, rosa e ocra, rivelandosi infine di un rosso smagliante.
E’ così che la ricerca di un nuovo punto di vista diventa l’esigenza per la designer di sperimentare movimento, performance dell’abito nel reale e le sue distanze.
Credits: © Courtesy of Francesca Liberatore Pr
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