Culture

Ernest Pignon-Ernest: Mostra ‘Je est un autre’ prolungata all’Espace Louis Vuitton Venezia

Ernest Pignon-Ernest a Venezia: la mostra ‘Je est un autre’ si prolunga all’Espace Louis Vuitton – un viaggio nell’Arte e nell’Identità.

In occasione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, la Fondation Louis Vuitton ha invitato l’artista francese Ernest Pignon-Ernest a presentare Je Est Un Autre, una mostra unica, ideata appositamente per l’Espace Louis Vuitton Venezia. L’esposizione è parte integrante del programma Beyond the Walls della Fondation Louis Vuitton, che si svolge negli Espace Louis Vuitton di Tokyo, Monaco, Venezia, Pechino, Seoul e Osaka, realizzando l’impegno della Fondation nel creare progetti internazionali e renderli accessibili ad un pubblico più vasto.

Sin dall’inizio della sua carriera negli anni Sessanta, il concetto dello “straniero” è stato un elemento significativo nelle opere di Ernest Pignon-Ernest. Per questa mostra, il suo repertorio di migranti, viaggiatori e poeti si è arricchito con la creazione di due volti nuovi di grandi poetesse: la russa Anna Akhmatova e l’iraniana Forough Farrokhzad, che insieme a Pier Paolo Pasolini, Arthur Rimbaud, Antonin Artaud e Jean Genet, tra gli altri, costituiscono il cuore della mostra.

A partire dagli anni Sessanta, e diversi decenni prima dell’emergere delle forme d’arte oggi chiamate “street art”, Ernest Pignon-Ernest stava già aprendo un percorso avventuroso, combinando maestria tecnica, onestà esistenziale e la capacità di “abitare poeticamente il mondo”, facendolo con straordinaria innovazione.

Nel corso della sua carriera, ha compiuto il raro miracolo di conciliare un impegno etico senza compromessi con un’espressione artistica esigente e innovativa, al punto che alcune delle sue opere, come la rappresentazione dei fucilati La Commune e il suo Rimbaud vagabondo, sono state riprodotte in centinaia di migliaia di copie e sono diventate icone contemporanee. La sua immagine del poeta francese del XIX secolo Arthur Rimbaud, ad esempio, ha sostituito in molti casi la fotografia standard utilizzata in precedenza sulle copertine delle opere del poeta.

Ovunque e in ogni continente, anche sulla spiaggia di Ostia dove Pasolini fu assassinato, Pignon-Ernest esplora i destini di individui che rompono con le convenzioni o che sono miti da far rivivere. Nel farlo, l’artista si assume ogni volta un rischio senza precedenti; lo stesso rischio che perseguitava Rimbaud quando si ostinava a “trovare il luogo e la formula”.

L’artista crea le sue immagini a grandezza naturale in siti selezionati e proietta negli ambienti quotidiani, una presenza umana viva attraverso una combinazione strategica di immagine e luogo. Il suo lavoro è sempre concepito in base al potenziale della sua interazione con un luogo, di cui cerca di esplorare le risonanze storiche, mitiche o politiche. Permette alle tracce del tempo di fondersi con il suo lavoro fino a dissolverlo.

Ancora oggi, lo studio parigino di Pignon-Ernest si trova a La Ruche, la residenza per artisti fondata all’inizio del XX secolo per accogliere artisti stranieri provenienti da tutto il mondo, tra cui Akhmatova nel 1910-1911. La sua opera ha suscitato l’interesse di artisti come Francis Bacon, che ha iniziato a compilare un dossier sul lavoro dell’artista nel 1976, Dominique Gonzalez-Foerster e Barthélémy Toguo, che ha fatto conoscere la sua opera in tutta l’Africa attraverso mostre organizzate dalla sua fondazione. JR, fotografo e street artist francese, considera Pignon-Ernest come “la sua ispirazione”.

La mostra, curata da Suzanne Pagé e Hans Ulrich Obrist, in dialogo con Dominique Gonzalez-Foerster, è accompagnata da una pubblicazione che raccoglie numerose riproduzioni, commenti dell’artista, “Notes for Ernest” di Dominique Gonzalez-Foerster e una conversazione tra l’artista, Suzanne Pagé e Hans Ulrich Obrist.

Grazie al grande successo della mostra, ERNEST PIGNON-ERNEST: JE EST UN AUTRE è prorogata al 12 gennaio 2025.

L’artista – Ernest Pignon-Ernest
Ernest Pignon-Ernest (1942, Nizza) vive e lavora a Parigi.Dalla sua prima mostra personale nel 1979 all’ARC – Musée d’Art Moderne de Paris, le opere di Pignon-Ernest sono state esposte in musei e istituzioni tra cui il Palais des Papes, Avignone; La Biennale di Venezia, Italia; il National Art Museum of China, Pechino; il Musée des Beaux-Arts, Lille; il MAMAC, Nizza; la Pinakothek der Moderne, Monaco di Baviera e il Fonds H & E Leclerc, Landerneau, Francia. Tra gli interventi urbani più noti di Pignon-Ernest ricordiamo: La Commune, Parigi, 1971; Maïakovski, Avignone, 1972; Rimbaud, de Paris a Charleville-Mézières, 1978; Pablo Neruda, Chili, 1980-1981; Napoli, 1988, 1989, 1990, 1992, 1995; Derrière la vitre, Lyon-Paris, 1996; Antonin Artaud, Hôpital Charles Foix, Ivry sur-Seine, 1997; Robert Desnos / Louise Lame / Gérard de Nerval, Parigi, 2001-2002; Durban, Soweto, Sudafrica, 2001-2002; Maurice Audin, Algeri, 2003; Jean Genet, Brest, 2006; Les Mystiques, Avignone, 2007; Prison Saint-Paul, Lione, 2012; Pasolini, Roma, Matera, Ostia, 2015; Victor Segalen, Fonds H & E Leclerc pour la culture, Landerneau, 2022. Pignon-Ernest ha svolto anche un’importante attività come scenografo per produzioni teatrali e di balletto. È stato ufficialmente ammesso all’Académie des Beaux-Arts francese nel 2021.

Curatori – Suzanne Pagé e Hans Ulrich Obrist
Dal 1973 al 1988 Suzanne Pagé è stata direttrice dell’ARC, dipartimento contemporaneo del Musée d’Art Moderne di Parigi, in Francia, prima di dirigere il Museo dal 1988 al 2006. La sua prima esposizione con l’artista francese Ernest Pignon-Ernest è avvenuta nel 1979. Dal 2006, Suzanne Pagé è la Direttrice Artistica della Fondation Louis Vuitton. I padiglioni della Francia da lei curati alla 42. e alla 51. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, rispettivamente nel 1986 (con l’artista Daniel Buren), e nel 2005 (con l’artista Annette Messager) hanno vinto il Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale. In tutte queste istituzioni ha curato numerose mostre d’arte storica, moderna e contemporanea, oltre a scrivere libri e cataloghi. Hans Ulrich Obrist vive e lavora a Londra, Regno Unito. Direttore artistico della Serpentine Galleries di Londra dal 2006 e Senior Advisor di Luma Arles, Francia, dal 2010, è stato anche curatore d’arte contemporanea al Museo d’Arte Moderna di Parigi dal 1991 al 2006 e ha organizzato importanti mostre in tutti i continenti. Il suo recente libro “Une vie in Progress”, Edizioni Le Seuil, elenca le sue numerose pubblicazioni.

Fondation Louis Vuitton
La Fondation Louis Vuitton è un’istituzione dedicata esclusivamente all’arte e agli artisti contemporanei, oltre che alle opere del XX secolo, in cui le loro ispirazioni possono essere identificate. La Collezione della Fondation e le mostre che organizza hanno l’intento di coinvolgere un vasto pubblico. L’edificio creato dall’architetto canadese-americano Frank Gehry costituisce la dichiarazione artistica fondamentale della Fondation, ed è già riconosciuto come un esempio emblematico dell’architettura del XXI secolo. Dalla sua apertura nell’ottobre 2014, la Fondation Louis Vuitton ha accolto più di dieci milioni di visitatori provenienti dalla Francia e da tutto il mondo. La Fondation Louis Vuitton persegue il suo impegno in iniziative internazionali, negli spazi della Fondation e in collaborazione con istituzioni private e pubbliche, fondazioni e musei, tra i quali: il Museo Pushkin a Mosca, il Museo dell’Hermitage a San Pietroburgo (Icons of Modern Art: The Shchukin Collection e The Morozov Collection nel 2021), il MoMA a New York (Being Modern: MoMA in Paris), la Galleria Courtauld a Londra (The Courtauld Collection. A Vision for Impressionism). La direzione artistica della Fondation ha sviluppato anche uno specifico programma Beyond the Walls all’interno degli Espace Louis Vuitton di Tokyo, Monaco, Venezia, Pechino, Seoul e Osaka, che sono esclusivamente dedicati alla presentazione dei lavori della Collezione. Le mostre sono aperte gratuitamente al pubblico e tutti i programmi sono promossi attraverso specifiche attività di comunicazione culturale.

Credits: © Courtesy of Fondation Louis Vuitton

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Pubblicato da
Rosalba Radica

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