Il debutto di Maria Grazia Chiuri, prima stilista donna nella storia della Maison Dior
“Dovremmo essere tutti femministi”: una t-shirt bianca sfila sulla passerella di Dior, accompagnata da una preziosa gonna in tulle blu. È la prima collezione di Maria Grazia Chiuri, quella dedicata alla Primavera-Estate 2017 e presentata nella cornice del Museo Rodin di Parigi.
Maria Grazia Chiuri è la prima donna a prendere la direzione creativa di un marchio come Dior, pensato e realizzato fin dalle origini per il gentil sesso ma ideato per intere generazioni esclusivamente da uomini. E il suo sguardo femminile audace – “femminista” è la parola che usa spesso lei – indaga le regole della bellezza moderna per riportarle dentro una collezione disciplinata da quella tensione sensuale che agisce tra il corpo e l’abito.
Chiuri si confronta con la tradizione di Dior, che è riportare la donna al centro, scardinando le attese, rimettendo in discussione quello che ormai diamo per scontato. Lo fa scegliendo di ragionare sulle forme di un corpo contemporaneo, scattante, elitario nell’eleganza sportiva, ma virtualmente a disposizione di tutti, perché l’uniforme è un elemento unico e seriale allo stesso tempo.
Affascinata dall’aspetto più intimo e artigianale della Maison, mette alla prova materiali diversi in inaudite congiunzioni. Attraverso forme decontestualizzate e rimesse in movimento, inventa percorsi tra i segni: il corsetto che non costringe ma esprime con leggerezza quel desiderio di piacersi; la libertà di mettere in evidenza un underwear tecnico, grafico, nel seguire le curve del busto innestato da elastici decorati da parole che giocano sul marchio.
Una couture porosa alle suggestioni dello street style, dei materiali tecnici, come a quella dimensione magica, sognatrice e quasi divinatoria tanto cara al fondatore, ed espressa da Chiuri con la frase autobiografica: “Imparare a seguire i propri sogni”.
Così sono i ricami sontuosi dei segni zodiacali a occupare superfici che diventano tela. Oppure le opulente figure dei tarocchi trasfigurate sapientemente in terreni eterogenei a suggerire possibili interpretazioni del futuro.
I materiali sono il cotone declinato nel bianco, nel nero, nel blu. Emerge anche quel particolare rosso amato da Dior. E poi ci sono il grigio e il rosa. Appare il denim come elemento connettivo. Poi il tulle, lo chiffon, la georgette impiegati in gonne che arrivano alla caviglia per allungarsi a piacimento.
Ma è il cuore pulsante ricamato sul petto, come nelle prime divise delle donne schermitrici, a dichiarare, più di mille proclami, l’intensità e la forza di quelle emozioni di cui sono impastate tutte le donne dell’oggi.
Chiuri arriva sulla passerella di uno dei templi massimi della moda francese con un semplice dato: una bellissima, indossabile, desiderabile collezione di abiti e accessori. Questa boccata di ossigeno, infatti, è molto più che una ventata d’aria fresca: è la promessa di un nuovo corso di grande fermezza.
Credits: © Dior PR