Nel susseguirsi delle molte collezioni che scandiscono i calendari annuali della moda, la Prefall rappresenta per Maria Grazia Chiuri un momento di riflessione su quello che è il continuo divenire del suo progetto. Nella costruzione di un guardaroba riattivato ogni volta da una serie di pezzi che per costruzione, forme, materiali, invenzioni produttive sono unici, ma flessibili alle esigenze di ciascuna donna. La collezione, che verrà presentata il prossimo anno a New York, è l’occasione per rendere omaggio a quella metropoli a cui i francesi donarono nel 1886 la statua che è diventata il simbolo della libertà e di quella incredibile città. Nell’autobiografia di Monsieur Dior1 c’è il capitolo: Parigi-New York e ritorno. Dialogo tra due capitali della moda che Chiuri celebra con due stampe: la Statua della Libertà e la Torre Eiffel che troviamo giganti su molti pezzi della collezione.
A tenere insieme queste due culture è Marlene Dietrich, carismatica e controcorrente. Affezionata a Dior sullo schermo e nella vita. Chiuri guarda a lei per costruire una collezione che nel riflettere sulla silhouette Dior tiene insieme la fantasmagorica presenza della diva con l’attitudine boyish. C’è l’uso di tweed che provengono direttamente dai campionari tessili maschili inglesi.
Nel suo dizionario Dior scrive: «In the last few years tweeds have extended their use even for dressy suits. I think they are extremely elegant. To wear them in the country is a “must”. At one time you could only get tweeds in a rather heavy wight but now you can get them in all weights and qualities and colours».2
Ci sono i completi maschili che Dietrich indossava, suscitando scandalo, a rivendicare una libertà che non dimentichiamo passa anche dal vestirsi ciascuna a suo modo. Con gli accessori maschili come la cravatta o il gilet: elementi segnaletici di attitudini diverse che diventano complementari. Le giacche hanno i pantaloni larghi con le pince o le gonne matita sotto il ginocchio.
Ma ci sono anche gli abiti preziosi dalla silhouette anni Quaranta, a volte leggerissimi, a far intravedere uno straordinario lavoro di messa a punto di un intimo che diventa elemento imprescindibile dell’outfit. Materiali come il raso martellato croccante, il velluto froissé, il crêpe reinterpretati in chiave contemporanea. Abiti sottoveste incrostati di pizzo, portati spesso sotto ampi cappotti foderati, in alcuni casi, in nylon imbottito Cannage. I ricami rimandano a broche nelle forme care a Dior: stella, mughetto, trifoglio, ape. I colletti di pizzo invece diventano intarsio, incrostazione strutturale. Mentre la maglieria è frutto di un virtuosismo immaginativo e produttivo che le permette di essere declinata in tutte le forme e le consistenze.
La collezione Dior Autunno 2024, presentata il 15 aprile 2024 a New York, incarna una teoria di possibilità che diventa celebrazione di culture che si incontrano. Una conversazione progettuale che racconta un’idea di libertà per dare forma e sostanza a quello che ciascuna donna decide di essere.
LOOKS © At the Brooklyn Museum
Credits: © Courtesy of Christian Dior Couture
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