Il passato del futuro, l’ora che diventa l’allora. Il concetto della reliquia – l’idea di evoluzione costante, esplorazione e creazione della storia – risiede dietro ogni maison di haute couture. Le maison rappresentano un legame vivo, che respira, con un passato storico, con un’altra epoca: un testamento al potere e all’attualità della memoria.
Scultura e architettura appartengono alla cifra stilistica di Christian Dior: la sua era un’haute couture plastica e strutturata; le silhouette scolpite e i vestiti artigianali statue in movimento. Per questa collezione estate 2020, le forme sono dolci, fluide, leggermente strutturate e impalpabili, ma unite a lavorazioni e caratteristiche che affondano le radici nel mondo della scultura. Gli abiti in pelle presentano dettagli che sono applicati e poi incisi come un fregio; alcuni capi sono stampati dall’interno per immortalare alcuni passaggi del taglio durante la stampa e attraverso l’intera lavorazione; mentre il monogramma tono su tono Dior Oblique e le sfumature richiamano elementi scultorei, come il basso rilievo. La palette, che include colori neutri sbiaditi dal sole affiancati a colori più intensi, evoca un paesaggio monumentale.
Ai totem viene data un’importanza superstiziosa, arricchita dalla fortuna e dalle proprietà magiche attribuite agli oggetti che insieme componevano la formazione ideale per Christian Dior. Elementi caratteristici della Maison, oppure tratti dalla quotidianità, si trasformano in reliquie emblematiche. Oggetti presi dallo studio di Monsieur Dior – come il suo orologio e il suo telefono – vengono riproposti da Daniel Arsham, rievocando la sua serie Future Relics.
Nella sua prima collaborazione con il marchio di valigeria di lusso RIMOWA, Dior presenta una capsule unica, con uno zaino, un porta champagne, una borsa a mano, una pochette e un bagaglio da cabina caratterizzati dall’alluminio scanalato, segno distintivo della maison tedesca. Realizzata grazie all’alto artigianato e la maestria, questa collezione speciale Dior e RIMOWA presenta il logo Dior Oblique e utilizza un’innovativa combinazione di procedure anodizzanti in cui i pigmenti dai colori accessi vengono incisi direttamente all’interno della pellicola d’alluminio dei prodotti, aggiungendo al design una ricca complessità di colori cangianti e duraturi che celebrano il materiale come fondamenta della collezione.
La stampa di giornale Dior, introdotta 20 anni fa come parte della collezione haute couture primavera/estate 2000, viene riproposta, ancora una volta, in collaborazione con Daniel Arsham. La collezione evidenzia stili che Kim Jones ha introdotto nella Maison Dior: una selezione di neoclassici, tra cui il Tailleur Oblique che ha segnato il debutto di Jones, qui riproposto con alcuni dettagli adattati alla nuova versione capospalla; la continua reinvenzione della Saddle bag, le curve adattate come pattine frangivento sui cappotti; e le fasce volant drappeggiate, introdotte per l’autunno/inverno 2019-2020, si evolvono. Oggi hanno anche un tocco sfumato; mentre vengono trasportate tra la sabbia della scenografia, appaiono segnate dal passaggio di una nuova dimensione temporale. Mentre altre delineano i revers di giacche sartoriali, come ombre.
Il concetto di “fatto a mano” è l’essenza del haute couture. Jones continua a portare questo concetto nella linea uomo: atelier parigini creano nuvole di georgette plissettato, avvolgendo il corpo come il pigmento nell’acqua, mentre le stampe toile de Jouy sono dipinte a mano da artigiani kimono in Kyoto, Giappone, esprimendo l’universalità dell’artigianato. Entrambi i metodi lanciano suggestioni di un’altra epoca.
I pezzi della collezione sono stati lavorati sia dall’atelier di Dior, sia da Archam, il quale ha esaminato gli archivi della maison per proiettarsi in un futuro immaginario, disegnando preziose reliquie di un’epoca lontana. Articoli nuovi vengono invecchiati prematuramente, erosi, sbriciolati. Il jewellery design di Yoon Ahn viene preso, ricalcato, eroso e riproposto da Arsham per essere ricreato all’interno dell’atelier Dior. Scarpe trasparenti sembrano calchi, con i calzini a vista. Grafiche dalla storia di Dior diventano tablets in gesso, rotti e alterati da Arsham, rilavorati in silicone come emblemi da applicare sugli accessori. Portando avanti una nuova tradizione, avviata da Kim Jones, di artisti che reinterpretano l’iconografia della Dior Saddle bag da uomo, Arsham esegue il suo calco come un reperto, per creare poi borse che saranno stampate in 3D in edizione limitata. Il logo Dior viene anche esso trasposto, diventando una facciata, con le lettere in rilievo, crepe e fessure lavorate nella trama del tessuto indossato dai modelli che attraversano il deserto della scenografia, piena di altri monoliti innalzati come monumenti a Dior.
In un gioco tra passato, presente e futuro – celebrando il valore del passato, guardando al futuro dall’attualità del presente – questa collezione esplora il concetto di anticipazione e l’elasticità del tempo, volgendo lo sguardo aventi e indietro. La storia non è fissa: è dinamica, mutevole e viva. Questa collezione è un tributo a Dior, quello familiare e in continua evoluzione.
Credits: © Courtesy of Christian Dior Couture PR
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