All’Istituto del Mondo Arabo a Parigi, luogo della diversità e dell’interazione tra culture, ricco di tesori archeologici, la sfilata della collezione Uomo Estate 2020 di Kim Jones ha dialogato con l’universo conturbante dell’artista americano Daniel Arsham. Un vertiginoso viaggio immersivo in cui le creazioni si fondono con la scenografia e le sue vestigia del futuro.
Ad accogliere gli ospiti, un immenso quadrante, replica dell’orologio dell’ufficio di Christian Dior, si è trasformato in una preziosa reliquia. Circondato da monumentali iniziali “CD”, come statue guardiane di templi, questo quadrante è il riflesso di una lontana eternità. Erosi in più punti, come divorati dai morsi del tempo, questi simboli lasciano trasparire sorprendenti incrinature trafitte da cristalli di quarzo. “Archeologo del futuro”, Daniel Arsham immagina che un cantiere di scavi, tra mille anni, racconti il nostro presente.
Fin dall’ingresso, una piccola stanza incuriosisce. Di un candore uniforme, come quello immacolato dei marmi antichi, sembra immobilizzata nel tempo. Rappresentazione dell’universo familiare dello stilista-fondatore e celebrazione della sua tradizione, partecipa all’arte unica dell’artista americano che ama esplorare, coniugandole, le linee temporali.
Infine, i modelli hanno sfilato su una sabbia bianca che si trasformava gradualmente in un rosa vivace, le cui sfumature intense irradiavano l’insieme dell’ambientazione. Una sabbia ancora mai calpestata, promessa di un futuro da scoprire. Illuminate da una luna immaginaria, come un esopianeta fantastico, le lettere “D.I.O.R”, affascinanti sculture monolitiche, anch’esse parzialmente consumate e punteggiate di cristalli, abitavano questo spazio irreale, come nato da un sogno che si trasforma a seconda delle impronte.
Credits: © Courtesy of Christian Dior Couture Pr