Un colore e una giacca, nel segno del blu, uno dei preferiti da Christian. Sono le ispirazioni della nuova, austera collezione di Maria Grazia Chiuri.
«Tra tutti i colori, solo il blu navy può competere con il nero e presenta gli stessi vantaggi», scriveva Christian Dior nel suo Piccolo Dizionario della moda. Così Maria Grazia Chiuri, Direttrice Artistica delle collezioni donna Dior, riattiva i codici emblematici della Maison in chiave trasgressiva, senza feticismo né nostalgia e per la sua collezione Prêt-à-Porter Autunno-Inverno 2017-18, decide di esplorare questo colore tanto amato da Monsieur Dior.
La collezione è una sequenza di creazioni capaci di riconnettere emozioni, ricordi e sentimenti. Ispirandosi all’ampio cappuccio delle tuniche dei pastori, Maria Grazia Chiuri reinterpreta l’idea del completo Chevrier, della collezione Haute Couture Autunno-Inverno 1949, in una serie di giacche, gonne, abiti, mantelle, cappotti e piccoli bomber, rivisitando la stravaganza del cappuccio originario alla luce di uno stile contemporaneo più sportivo e attraverso un uso trasgressivo dei materiali: dal taffettà al velluto al panno spigato delle coperte fino alla maglia.
Il blu, simbolo cromatico di potere, bellezza e spiritualità, si muove tra i look no gender e l’espressione delle differenze. A metà tra natura e cultura, è il colore dello spirito, del contatto con l’infinito, dentro e fuori di noi. Innesta il legame con il mistero della luna, delle stelle comete e dei pianeti, che esplodono sugli abiti da sera in velluto opulento o sul tulle sfumato, che si fonde nell’azzurro-grigio dei gigli ricamati. Il blu affascina per la sua risonanza emotiva, ma anche per la sua qualità sociale. Il suo essere trasversale rispetto a generi, età, classi.
Maria Grazia Chiuri si è immersa nella complessità di questo colore, omaggio alla femminilità di questo colore che unisce, in un continuum inquieto, la profondità del mare e l’infinito della volta celeste.