Culture

Dior e l’Arte

Per il quinto anno consecutivo, la Maison Dior rende possibile il Gala Internazionale del Guggenheim, organizzato questa sera e domani sera nella rotonda del museo newyorchese firmato dall’architetto Frank Lloyd Wright. Questo appuntamento annuale porta avanti la passione di Christian Dior e dei suoi successori per l’arte contemporanea.

© Man Ray TrustADAGP, Paris 2015

Christian Dior è attratto fin dalla gioventù dall’Arte e dai movimenti di avanguardia. Mentre studia scienze politiche a Parigi, trascorre la maggior parte delle serate al cabaret Bœuf sur le Toit e frequenta Henri Sauget, Christian Bérard, Maurice Sachs, Jean Cocteau, Jean Ozenne. Nel 1928, ha appena ventitré anni quando decide di associarsi agli amici Jacques Bonjean, poi Pierre Colle, per diventare gallerista. Presenta le prime opere di Alexander Calder e Salvador Dalí, giovani talenti allora sconosciuti che diventeranno i più grandi nomi del XX secolo. Espone anche artisti già celebri quali Pablo Picasso, Joan Miró o Paul Klee.

Oltre vent’anni più tardi, quando apre la sua Maison di moda, riflette da vero e proprio scultore del corpo per creare le sue collezioni, esprimendo il suo amore per l’arte a ogni nuova stagione. Dissemina di fiori innumerevoli creazioni come Claude Monet; un abito dai tocchi spagnoli sembra uscire da un quadro di Goya; altri rievocano i colori e le forme delle opere di Paul Cézanne o Gustav Klimt, o ancora portano nomi di ispirazione musicale come Concerto, Menuet o Bach.

I diversi direttori artistici che si succedono allo stilista fondatore portano avanti questa passione. Marc Bohan reinterpreta i dripping di Jackson Pollock o collabora con l’amica Niki de Saint Phalle, mentre Raf Simons traspone su abiti haute couture le tele di Sterling Ruby.

Questa osmosi tra moda e arte continua a ispirare le creazioni della Maison immaginate oggi da Maria Grazia Chiuri. Per la sua collezione di prêt-à-porter autunno-inverno 2017-2018, ad esempio, la Direttrice artistica ha esplorato il blu, un colore amatissimo da Monsieur Dior, quello della pittura del XX secolo, del periodo blu di Picasso o ancora del blues e di Nina Simone. La sua collezione primavera-estate 2018, presentata nel settembre scorso, è permeata dall’universo di Niki de Saint Phalle, dalle Nanas fino ai cuori variegati, passando per i draghi e l’albero dell’amore.

Un modo per Maria Grazia Chiuri per portare avanti il legame che unisce Dior e gli artisti, proprio come i costumi creati per l’opera Falls the shadow, un cui estratto sarà presentato domani sera nella rotonda del museo Guggenheim.

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Pubblicato da
Rosalba Radica

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