Fin dall’ingresso, quattro lettere maiuscole, simulate dall’arco del piede e dalle pose di quattro corpi femminili, scrivono la parola “Dior”. Di un bianco essenziale punteggiato di linee rosse, l’interno porta avanti questo lessico immaginato dall’artista-attivista italiana Tomaso Binga, che ha scelto uno pseudonimo maschile per sfidare i contesti e i privilegi riservati agli uomini.
La sua opera, riflesso del suo spirito al tempo stesso provocatorio e all’avanguardia, veste l’ambientazione della sfilata svelando una delle sue poesie che scandisce soprattutto le parole “rivolta”, “dinamiche”, “femministe”, “vittoria”, “impunemente”, “arte è armonia”. Il testo integrale è stato declamato in italiano, come un manifesto, appena prima della sfilata da Tomaso Binga in persona, accompagnata da due modelle.
Questo alfabeto artistico sarà presentato dal 4 aprile all’FM Centre for Contemporary Art, a Milano, parallelamente alla mostra collettiva The Unexpected Subject. 1978 Art and Feminism in Italy, sostenuta e sponsorizzata da Dior. Conversazione tra questa nuova collezione e il costante impegno di Maria Grazia Chiuri, questa creazione mette in luce le domande di identità e genere attraverso il linguaggio, sia scritto che gestuale.
Corpi e grafie si incontrano dunque in questo scorrere di lettere in cui si svela l’essere, parola dopo parola di una trama poetica altamente politica, a rispecchiare il messaggio trasmesso dalla Direttrice Artistica attraverso la sua intera collezione: il semplice fatto di scegliere dei capi è un impegno che riflette idee e convinzioni.
Credits: © Courtesy of Christian Dior Couture
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