Una sfilata dal sapore apocalittico, Calvin Klein ha trasformato l’interno dell’American Stock Exchange di New York in un set surreale con outfit ispirati alla libertà.
Raf Simons ha esplorato un’idea di America riflettendola, oltre che nei vestiti, anche nella scenografia: in passerella e tra il pubblico erano sparsi 190 metri cubi di popcorn, tra impalcature di legno che ricordavano la Casa della Prateria con sopra appese immagini delle opere di Andy Warhol.
I modelli indossavano passamontagna, guanti da astronauta, tute da vigili del fuoco e stampe di Wile Coyote, a metà strada tra la celebrazione delle esplorazioni spaziali degli anni Sessanta, la cultura pop e una minaccia apocalittica da cui difendersi.
“La collezione – ha spiegato il designer belga – è un’evoluzione della mia idea di Calvin Klein come uno spaccato della società americana, ma ora più ampio, universale. È un’allegoria che rappresenta l’incontro di nuovi mondi e mondi antichi, legati alla scoperta dell’America, la corsa allo spazio degli anni ’60 e l’era dell’informazione del ventunesimo secolo. Riflettendo la nozione di democrazia, non esiste gerarchia culturale: i mix emancipano vestiti e riferimenti dai loro significati, dalle loro narrazioni e creano un collage per scoprire qualcosa di diverso, un sogno diverso. Più di ogni altra cosa, la collezione è incentrata sulla libertà. Una parola che definisce l’America e Calvin Klein”.
Photography: © Giovanni Giannoni