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Straordinario Arman alla Tornabuoni Arte

ARMAN, artefice del Nouveau Réalisme apre a Milano la stagione della Tornabuoni Arte.

Arman, Sans titre, 2002, violini sezionati, tubetti di vernice e acrilico su tela nera, cm 102×81

La Tornabuoni Arte dedica la mostra d’autunno, dal 5 ottobre al 6 dicembre 2019, nella sua sede milanese ad Arman, uno degli esponenti più noti e apprezzati del Nouveau Réalisme, le cui opere, connotate da una forte valenza ambientale, sono forse più attuali ora di quanto non lo fossero all’epoca della loro creazione. Un’esposizione monografica, che sceglie di seguire tutta la produzione dell’artista, dai primi anni ’50 in poi.

Le opere selezionate puntano a dare un’idea a tutto tondo della poetica di Arman, il quale osservava la realtà dal suo lato industriale e urbano, mettendone in evidenza tutte le contraddizioni possibili.

Arman, Sans titre, 2004, violino sezionato e pittura acrilica su tela, cm 102×82.

Punto di partenza sono le Accumulations del 1953 per arrivare agli Strumenti musicali sezionati, in un percorso che si pone in perfetta sintonia con la società contemporanea. Arman credeva fermamente nel principio di accumulazione, e le sue scatole di vetro riempite con immondizia (polvere, fili, scatole di formaggio etc.) riportano i visitatori ai problemi ambientali di tutti i giorni, in primis l’emergenza rifiuti.

Arman, Sans titre, 1998, violoncello sezionato, pennelli e acrilico su tela su tavola, cm 122x102x15.

Con un intento irriverente e provocatorio, gli accumuli di Arman possono sembrare confusionari, ma a una visione più attenta mostrano di essere un insieme perfettamente controllato, frutto della costruzione dello sguardo. “Nell’accumulo Arman cerca di cogliere l’essenza e dare una misura a quanto lo circonda” evidenzia la storica dell’arte Rachele Ferrario nel testo introduttivo al catalogo.

In Arman l’idea di accumulazione si fa tanto più controllata quanto più si assiste alla sua crescita artistica. Da insiemi di oggetti di varia natura egli passa, successivamente, ad accatastare oggetti tra loro identici, differenziati solo da un minimo particolare. “I telefoni, i tappi, i tubetti di colore si differenziano uno dall’altro per una variazione, un dettaglio o inclinazione minimi e per questo le suppellettili, amate, e gli elenchi sono condannati a restare eterogenei e mai dati una volta per tutte” continua Rachele Ferrario. E aggiunge: “Pensare di razionalizzare il mondo in una lista ‘di bellezze diverse’ ha qualcosa di folle, ha a che fare con il desiderio di alterazione della materia. Ma è una caratteristica insita nello spirito della società del secolo scorso da cui nasceranno i mass media, con le vetrine che hanno ispirato poeti, filosofi e artisti da de Chirico ai surrealisti, al Neo-Dada e alla Pop”.

Arman, Sans titre, 1971 ca, fisarmonica frammentata nel plexiglas, cm 120x120x20.

La poetica di Arman ha quindi uno sviluppo binario nel tempo.

Se da una parte troviamo le Accumulations, dall’altra troviamo esposto in mostra anche l’altro suo cavallo di battaglia: le frammentazioni. Una scelta azzardata, che va a porsi un po’ in contrapposizione con l’idea di accumulo. Sarà lo stesso Arman a dare però una spiegazione in merito, dicendo: “Credo che nel desiderio di accumulare sia insito un bisogno di sicurezza, mentre nel distruggere e tagliare vi sia la volontà di fermare il tempo”.

Un’idea di materialismo e cristallizzazione, quindi, che si sviluppa in binari paralleli all’interno della stessa mostra. Un aspetto non esclude l’altro, e anzi possono essere considerati complementari nella vita di tutti i giorni. Due facce della stessa medaglia, che permettono allo spettatore di aprire gli occhi sulla società contemporanea, in un percorso di riflessione e di presa di coscienza.

5 Ottobre 2019 – 06 Dicembre 2019
Milano, Tornabuoni Arte
Via Fatebenefratelli 34-36

Credits: © Courtesy of Studio Esseci

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Pubblicato da
Rosalba Radica

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