La mostra raccoglie le voci di 17 artiste donne: una polifonia di segni ed esperienze la cui immaginazione ci parla della capacità di far transitare sulle soglie del pensiero tutte quelle realtà che sono ‘oltre’.
Principio costitutivo dell’arte è PUSH THE LIMITS e questo è anche il miglior augurio che la Fondazione Merz può farsi per celebrare i primi 15 anni di attività e per iniziare con quelli che ancora verranno.
Il titolo PUSH THE LIMITS dichiara sin da subito la volontà di indagare la capacità dell’arte di porsi costantemente al limite per spostare l’asse del pensiero, della percezione e del discorso, immettendo nuovi elementi nel sistema.
“PUSH THE LIMITS, perché un limite può nascere in qualsiasi momento e in un luogo dove prima non c’era, può manifestarsi come una malattia dove prima c’era solo la quotidianità, può essere inventato e modellato su un avversario da esso stesso creato. Ma un limite è anche fatto per essere oltrepassato, rinominato, dilatato, ridisegnato e per consentire il passaggio.
PUSH THE LIMITS: perché l’arte è ‘spingere oltre i limiti’ continuando a offrire, attraverso il tempo, uno spazio dove i codici correnti di comportamento sono sospesi e la trasformazione diviene possibile; dove il ‘come se’ consente un flusso di più visioni e linguaggi nella ricerca di nuovo senso. Generazioni, storie, sguardi, immagini e logos per dire che quella che chiamiamo realtà altro non è che una crosta sull’infinità dei possibili e che se proviamo a spingere la crosta, questa si rompe facendo emergere tutti quei possibili che ancora non conosciamo” spiegano le curatrici della mostra, Claudia Gioia e Beatrice Merz.
Rosa Barba (1972, Agrigento, Italia), Sophie Calle (1953, Parigi, Francia), Katharina Grosse (1961, Friburgo, Germania), Shilpa Gupta (1976, Mumbai, India), Mona Hatoum (1952, Beirut, Libano), Jenny Holzer (1950, Gallipolis, Ohio, USA) Emily Jacir (1972, Betlemme, Palestina), Bouchra Khalili (1975, Casablanca, Marocco), Barbara Kruger (1945, Newark, New Jersay, USA), Cinthia Marcelle (1974, Belo Horizonte, Brasile), Shirin Neshat (1957, Qazvin, Iran), Maria Papadimitriou (1957, Atene, Grecia), Pamela Rosenkranz (1979, Uri, Svizzera), Chiharu Shiota (1972, Osaka, Giappone), Fiona Tan (1966, Pekanbaru, Indonesia), Carrie Mae Weems (1953, Portland, Oregon, USA), Sue Williamson (1941, Lichfield, Regno Unito).
Seguirà il progetto la pubblicazione di un volume dedicato che raccoglie, oltre alla documentazione iconografica del progetto, contributi critici delle artiste coinvolte e di filosofi, storici, critici e scrittori: un happening editoriale di cultura e vita.
Fondazione Merz prosegue nella speciale relazione intessuta sui canali digitali in epoca Covid-19 con il proprio pubblico mettendo a disposizione da domani, mercoledì 24 giugno, uno speciale percorso di avvicinamento alla mostra: sino a fine luglio sul canale Instagram della Fondazione Merz sarà possibile scoprire le 17 artiste di PUSH THE LIMITS attraverso post periodici.
Da mercoledì 8 luglio 2020 saranno online i nuovi siti della Fondazione Merz e quello del Mario Merz Prize interamente interconnessi.
Il progetto grafico è a cura di Walter Santomauro con il coordinamento di MAANproject.
La Fondazione Merz risponde così all’esigenza di rendere più incisivo, chiaro e immediato l’accesso alle informazioni sulle proprie iniziative, creando allo stesso tempo un archivio multimediale delle mostre inaugurate dal 2005 a oggi. A breve verrà creata la sezione shop online del bookshop.
PUSH THE LIMITS
Rosa Barba | Sophie Calle | Katharina Grosse | Shilpa Gupta | Mona Hatoum | Jenny Holzer | Emily Jacir Bouchra Khalili | Barbara Kruger | Cinthia Marcelle | Shirin Neshat | Maria Papadimitriou | Pamela Rosenkranz | Chiharu Shiota | Fiona Tan | Carrie Mae Weems | Sue Williamson
a cura di Claudia Gioia e Beatrice Merz
7 settembre 2020 – 31 gennaio 2021
Torino, via Limone 24
Credits: Courtesy of PMC Studio
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